La burocrazia blocca la ripresa dell’attività lavorativa della Nebrodi Inerti, società che esercita l’attività estrattiva nella cava di S. Marco d’Alunzio. A causa del mancato rilascio del parere Via-Vas da parte dell’Assessorato Regionale del Territorio e dell’Ambiente, l’impresa è stata costretta a licenziare 14 lavoratori.
“Dopo diverse richieste di incontro – attaccano i segretari generali della Filca Cisl Messina, Famiano Giuseppe, e della Feneal Uil Messina, De Vardo Giuseppe – il Presidente della Regione Sicilia Crocetta e l’Assessore Lo Bello, che si sono trincerati dietro il silenzio, decidendo così le sorti dei 14 lavoratori ai quali si aggiungono i 25 dipendenti delle aziende dell’indotto rimasti a casa”.
“E’ vergognoso – continuano De Vardo e Famiano – che la Nebrodi Inerti, nonostante abbia ottenuto tutti i pareri favorevoli dai competenti enti, debba chiudere non per mancanza di commesse ma perché l’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente non rilascia l’ultimo parere per poter riprendere l’attività lavorativa a beneficio di tutto il territorio nebroideo, dove la disoccupazione è ormai dilagante”.
Per Famiano e De Vardo “una telenovela, che va avanti dal mese di giugno 2011, a causa all’immobilismo della classe politica regionale e, soprattutto, dei deputati messinesi che intenti a difendere le proprie poltrone non si preoccupano dei problemi della nostra provincia”.
Sul caso interviene anche il deputato regionale Nino Germanà che scrive:
“Una vergogna che, per colpa dei ritardi congeniti della burocrazia regionale, quattordici lavoratori rischino seriamente di perdere il posto e addirittura in tempi economicamente tristi come sono questi”
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