Che fine ha fatto la commissione d’inchiesta che i consiglieri comunali erano pronti a formare per individuare i responsabili dell’emergenza idrica patita dalla città tra ottobre e novembre scorsi? Ce lo siamo chiesti noi già lo scorso dicembre ricevendo un’emblematica risposta dal consigliere comunale Antonino Interdonato: “non l’hanno voluta fare”.
L’idea, partorita dai Dr, era stata accolta dall’Aula e 17 consiglieri si erano detti pronti a firmare. Sarebbe dovuta nascere una specifica commissione composta da 13 componenti del civico consesso, più un esponente della presidenza del Consiglio. I lavori sarebbero durati tre mesi e i relativi atti secretati. Nel corso degli incontri, l’organo investigativo avrebbe chiamato in audizione tutte le figure chiave della vicenda, Amam in primis.
Adesso, pone questo interrogativo anche il consigliere comunale Libero Gioveni reduce dalla seduta consiliare di ieri in cui non si è riusciti per la seconda volta a votare l’atto. “Per deliberare sulla nascita della Commissione – prosegue il consigliere – occorre procedere alla votazione con 21 presenti in Aula, ma già in due occasioni non si è raggiunto questo numero minimo. Spiace dover constatare – afferma Gioveni, che si è anche candidato a rappresentare il gruppo dell’Udc all’interno della Commissione – che le dinamiche politiche all’interno dell’Aula lasciano pensare che non ci sia forse più tutto questo i
nteresse a formare questo importante organismo di indagine amministrativa. Ho potuto notare – prosegue amareggiato l’esponente Udc – che persino sul prelievo della delibera c’è anche chi si è astenuto fra gli stessi promotori e sottoscrittori della proposta”.
Ma ancora non è tutto perduto – rimarca con speranza Gioveni – perché la delibera è ancora all’ordine del giorno del Consiglio e può essere rispolverata in qualsiasi momento, anche nella prossima seduta di martedì prossimo. Spero solo che questa Commissione d’inchiesta sull’Amam non faccia la stessa fine di un’altra Commissione d’inchiesta che l’Aula tentò di istituire all’inizio di questa legislatura, quella cioè sui rifiuti, che morì sul nascere. Non ce lo possiamo permettere – chiosa Gioveni. Lo dobbiamo a 200 mila cittadini che hanno patito ingiustamente la sete peggio del terzo mondo e a cui abbiamo
l’obbligo, oltre che di trovare delle soluzioni per migliorare l’attuale servizio, anche di dare delle spiegazioni”.
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