E’ morto il giornalista, ma anche avvocato, Mino Licordari. Volto noto della Televisione messinese, aveva portato l’informazione, lo spettacolo, il calcio cittadino, nelle nostre case. Intrattenitore nato, sapeva parlare con la lingua del popolo al popolo, eliminando le barriere che spesso l’occhio di una telecamera crea.
Mino Licordari è stato la RTP, la “Rittippì”, come molti indicavano la prima televisione privata cittadina. Lui ha fatto scuola a molti dei giornalisti che oggi fanno telecronache sportive.
Re del talk show, dal suo salotto sono ‘passati’ personaggi illustri di Messina, ma anche l’uomo della strada, il professionista e l’operaio.
Non era uomo da mezzemisure, lui, apriva la porta del suo studio a chiunque avesse qualcosa da dire, da proporre.
La Vara era ‘cosa sua’. Ne gestiva la telecronaca come fosse l’organizzatore della imponente manifestazione religiosa che il 15 agosto di ogni anno blocca l’intera città. E lo faceva con maestrìa, ma anche con entusiasmo, tanto da far vivere, anche a chi assisteva da casa al passaggio della Madonna, l’emozione di quel cammino religioso.
Quel suo sapere, quel suo trasmettere, quel suo ‘mestierare’ l’informazione e l’intrattenimento, hanno coltivato intere generazioni di telespettatori messinesi. Strappandoli alle più tradizionali reti nazionali, Mino li inchiodava davanti all’emittente locale: il suo collante era la ‘messinesità’. Oggi è morto un Maestro.
A Francesca, Manuela e Maurizio, le mie condoglianze e della redazione di Normanno.
Patrizia Vita
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