Italiani come va? Tutto bene… tranne la vita

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Sta passando pressochè sotto silenzio ( per i media nazionali il fatto non sussiste neppure) l’ultima bravata del ministro-scienziata-senza-laurea Lorenzin che ha stabilito la chiusura in Sicilia di altri quattro “punti nascita” e cioè quelli di Petralia Sottana, Santo Stefano di Quisquina, Mussomeli e Lipari: è assurdo che abbia chiuso i primi tre, ma per Lipari (comune di oltre dodicimila abitanti) è una vera e propria castroneria, un attentato vero e proprio alla salute pubblica, oltre che provvedimento anticostituzionale. Qui le donne per partorire devono attraversare il mare per recarsi negli ospedali di terra ferma, cosa già assai complicata, ma lo è ancor di più se pensiamo quanti giorni l’anno le isole Eolie restano isolate a causa delle condizioni avverse del mare. Già nel 2012 l’assessore regionale alla sanità Massimo Russo aveva fatto il tentativo di chiudere i “punti nascita” di Cefalù e Lipari, ma il TAR aveva cassato questo provvedimento con una sentenza ben motivata.
Il provvedimento del ministro è perfettamente in linea con la politica di questo Governo che pare abbia come primario obiettivo quello di una drastica riduzione demografica, più che quello di diminuire le spese della sanità attraverso scelte scellerate. Chiudono ospedali le cui strutture avrebbero dovuto, invece, essere rafforzate sotto ogni punto di vista; aumentano ticket di farmaci; molti farmaci che un tempo erano in fascia A sono stati irragionevolmente spostati in fasce a pagamento; il numero di medici ospedalieri invece di essere correttamente aumentato sta per essere falcidiato: in questo contesto c’è chi attribuisce all’inquinamento gli oltre 60 mila morti in più del 2015 (cioè oltre il 10% in più rispetto al 2014). Pura follia. E’ chiaro che i cittadini, soprattutto quelli che sono sulla soglia di povertà (il cui numero e sempre più in aumento verticale), non possono permettersi cure adeguate, non acquistano i farmaci che sarebbero loro necessari per curarsi perché non hanno i soldi per acquistarli e si muore anche perché gli ospedali rimasti o sono stati sguarniti di ciò che sarebbe necessario (medicine e attrezzature), o sono troppo lontani per essere raggiunti in tempo. Ma tutto va bene, perché così nel mucchio lo Stato risparmia, per esempio, tanti bei soldini con pensioni in meno da elargire, ma a beneficio di chi? Lo Stato non è un’entità astratta e ultronea rispetto ai cittadini. Lo Stato è un unicum con i cittadini: è, o meglio dovrebbe essere, l’organizzazione degli stessi per garantire a se stessi benessere e ordine sociale. Ma questa verità è stata persa di vista da lungo tempo da chi è al Governo e non si capisce se per mediocrità mentale (che, comunque, sussiste in maniera evidente) o per malafede.
Il dato  diffuso dall’Istat pochi giorni fa è lampante e sconvolgente e risulta evidente che non si tratti di morti dovuti ad incidenti automobilistici o sul lavoro, né, ancor meno all’invecchiamento della popolazione, come spiega il prof. Gian Carlo Blanciardo (demografo del Neodemos) il quale afferma che in presenza di una variazione così forte del numero dei decessi rispetto agli anni precedenti, “ in assenza di pandemie e altre catastrofi del genere – bisogna pensare ai cambiamenti nella struttura dei redditi, nella loro distribuzione, nella riduzione delle prestazioni del welfare”. Blanciardo conclude affermando che “ E’ un evento “straordinario” che richiama alla memoria l’aumento della mortalità nei Paesi dell’Est Europa nel passaggio dal comunismo all’economia di mercato: un “déjà vu” che non vorremmo certo rivivere. Il controllo della spesa sanitaria sempre e a qualunque costo – in un momento di recessione economica – può avere effetti molto pesanti sul già fragile sistema demografico. Dobbiamo esserne consapevoli”.
Si, noi dobbiamo e siamo perfettamente consapevoli che questo Governo, non eletto dal Popolo, sta portando alla morte i cittadini e la Nazione tutta e il Popolo che fa? Pare che soggiaccia silente e oppiato dalla Stampa di regime che ci ammannisce giornalmente le dichiarazioni entusiastiche del bronzeo Renzi che, con fine e incomparabile improntitudine, c’infinocchia che l’Italia è già uscita dalla crisi e che tutto va bene. Si tutto bene, tranne che la vita degli italiani.

 

Vicky Amendolia

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