Negli anni Settanta, a Messina, si sono sviluppate una serie di iniziative, in campo teatrale, soprattutto l’attività del Teatro Struttura, che hanno consentito alla città di riannodare un filo con il proprio, glorioso, passato, che sembrava essersi interrotto, e di porre le basi per alcune importanti realizzazioni: il Festival Internazionale del Teatro di Taormina, e la ricostruzione del Teatro Vittorio Emanuele di Messina.
Due fra i protagonisti non marginali, in ruoli diversi, di quel particolare momento (appunto Giacobbe e Familiari) si sono incontrati per caso, dopo una trentina d’anni, e hanno scoperto, fra l’altro, di essere i soli ad aver conservato documenti (recensioni, manifesti, fotografie) degli eventi più importanti. Si sono chiesti, pertanto, se non fosse il caso, prima che il ricordo di quegli anni svanisse, di tracciare un profilo dei principali avvenimenti e personaggi. Entrambi erano passati, nel frattempo, ad altre attività, uno a quella di scrittore, l’altro al giornalismo a tempo pieno. Il piano di lavoro è stato conseguente pertanto alle loro specializzazioni, nel senso che il giornalista ha tracciato il quadro storico e ambientale entro cui le due istituzioni si sono sviluppate, e lo scrittore ha rievocato, in un’intervista col primo, i fatti che lo hanno toccato personalmente. A questi, che sono i nuclei fondamentali del volume (insieme con le appendici documentali), hanno ritenuto doveroso aggiungere la testimonianza dei principali protagonisti delle due avventure, almeno dei sopravvissuti…, e, comunque, di coloro che sono riusciti a rintracciare e che hanno accettato di collaborare.
Nella prima parte, quella storica (a cura di Giacobbe), i vari capitoli, documentatissimi, identificano le tappe, a volte luminose, altre meno, di un percorso che, dal GUF degli anni ’30 (per citare solo alcuni nomi: Enrico Fulchignoni e Adolfo Celi) arriva ai giorni nostri. Nella seconda, con una variazione di ritmo coerente con la maggiore libertà della rievocazione, Familiari traccia un affresco della temperie in cui si trovò ad agire e che, per qualche verso, contribuì a definire. In appendice, una serie di documenti e le testimonianze di coloro che, in vario modo e in vari ruoli, sostennero quelle iniziative.
Rocco Familiari regista, drammaturgo, scrittore. Ha diretto il “Teatro Struttura” di Messina negli anni ’70. Ha fondato nel 1976 il Festival Internazionale del Teatro di Taormina diretto fino al 1980. È stato consigliere di amministrazione dell’ETI, IDI e INDA. Opere principali per il teatro: Ritratto di spalle (Scheiwiller, 1977), Don Giovanni e il suo servo, Il presidente, Herodias e Salomè, Orfeo Euridice, Agata, L’odore, Amleto in prova: tutte raccolte nel volume Teatro (Ed. Gangemi 2008). Narrativa: L’odore (2006, Prixdu Premier Roman, Chambery), Il sole nero (2007), Il ragazzo che lanciava messaggi nella bottiglia (2011, Premio Joyce Lussu), Il nodo di Tyrone (2013), tutti editi da Marsilio.
Gigi Giacobbe giornalista, critico di teatro, è nato a Caltagirone ma risiede a Messina da sempre. Nel 1975 fonda il gruppo teatrale “Teatro 221 int.7”. Ha scritto per alcuni quotidiani siciliani e riviste nazionali e attualmente collabora a “Sipario”, “Teatro contemporaneo” e “Cinema”, ai magazine d’arte e cultura “Moleskine”, “Frammenti” e al settimanale regionale “Centonove”. Ha pubblicato i volumi Senza Sipario (Ed. Intilla, 1993), Tempi teatrali (1997) a cura del Teatro Vittorio Emanuele di Messina e Che cos’è il Teatro? (Ed. Siciliano, 2010). È stato insignito del “Premio Giorgio Prosperi” (Cefalù 1997) e del “Premio Colapesce” (Messina 2012).
(334)