Michele Bisignano, assessore provinciale alla Pianificazione strategica, avanza una proposta sulla destinazione dell’area della Cittadella Fieristica «nell’ottica — scrive in una nota — di un confronto con l’intera comunità cittadina, nel rispetto delle regole e delle istituzioni rappresentative della stessa comunità». «Ritengo che, al di là dello “spontaneismo civico” che caratterizza le iniziative che si svolgono nell’area in questione, vengano posti in essere evidenti strumentalizzazioni politiche e ideologiche accompagnate da prese di pozione demagogiche nel contesto di una campagna elettorale permanente». Bisignano si muove sulla linea della ricerca di un momento di sintesi «su una idea — dice — che ho avuto modo di evidenziare in occasione del Consiglio aperto della IV Circoscrizione e che riproporrò nel prossimo comitato portuale, avendone già parlato con il Presidente dell’Authority, De Simone». «Tale proposta — prosegue Bisignano — mira al ricorso al cosiddetto “istituto della consegna”, previsto dalla legge vigente, di area demaniale marittima di proprietà dello Stato e pertanto inalienabile, al di là di fantasiose ipotesi che non tengono conto dell’evoluzione della normativa di settore, che si attua con la richiesta da parte di un ente pubblico territoriale, quale la Regione siciliana, la Provincia o il Comune, corredata da un progetto di valorizzazione e gestione dell’area interessata. La richiesta, accompagnata da un credibile piano finanziario di interventi, verrà vagliata dall’Autorità portuale, oltre che dal ministero competente, che potrà consegnare l’area in uso gratuito per un massimo di tre anni, fino alla realizzazione del progetto e, successivamente, con canone ricognitorio». «È evidente — conclude — che tale progetto, che potrebbe anche prevedere l’impiego dei dipendenti del disciolto Ente Fiera, dovrà tenere conto della destinazione d’uso dell’area, presente negli strumenti urbanisti in atto, e dei vincoli paesaggistici e architettonici insistenti. Ancora, sul piano tecnico, non potrà prescindere dagli interventi progettuali e finanziari dell’Autorità portuale e sul, piano politico, da questa forte istanza di partecipazione e di positivo protagonismo civico finalizzata alla fruizione pubblica di tale area. Istanza che, sottolineo senza alcuna polemica, non può essere considerata come un’esclusiva dei promotori delle iniziative che hanno portato anche alla “libera occupabilità” o all’ “esproprio proletario”, a seconda delle diverse chiavi di lettura, di spazi all’interno della stessa area».
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