E mentre in molti sembrano non accettare di buon grado l’accorpamento dell’autorità portuale di Messina con quella di Gioia Tauro — lamentando l’ennesimo scippo — c’è chi in questo obiettivo vede invece una buona possibilità di crescita, come Reset. «La costruzione di un’Authority dello Stretto con Gioia Tauro, Villa San Giovanni e Reggio Calabria — dichiara il Movimento in una nota — rappresenta una grande opportunità di sviluppo se inquadrata e collegata alla Città Metropolitana e a una specializzazione del territorio Messinese, sia della Città che della Provincia».
«La visone strategica, promossa dal “Laboratorio” organizzato da Ordini Professionali, una parte dell’Università di Messina, Associazioni di Categoria e Sindacati e condivisa anche da gran parte della Politica Messinese Nazionale e Regionale — prosegue Reset —, darà finalmente prospettive di sviluppo a un territorio che, viceversa, se restasse isolato o collegato a Catania finirebbe per essere ancora una volta penalizzato».
Impoverimento che deve assolutamente essere scongiurato anche alla luce del fatto che essendo la Città dello Stretto la porta della Sicilia e la dirette dirimpettaia della Calabria presenta una doppia possibilità di dialogo con entrambe le terre.
«Messina ha, dunque — insiste Reset —, la possibilità di costruire un modello innovativo e unico guardando allo Jonio, al Tirreno e allo Stretto, definendo ruoli e competenze specifiche e complementari per tutti questi territori. In tal senso, la Città dovrà ridefinire il proprio ruolo in un’ottica di Area Vasta dialogando con gli altri 50 comuni che dovrebbero costituire la Città Metropolitana, e contemporaneamente con l’Area Integrata dello Stretto (Gioia Tauro, Villa San Giovanni e Reggio Calabria). È evidente che tale modello di sviluppo trova la propria cifra nel tema delle Infrastrutture e dei Servizi. In particolare la Città Metropolitana e l’Area Integrata divengono tema unico e indissolubile in una visione strategica di sviluppo della Sicilia e del rapporto tra la stessa e il Continente».
E nell’ottica della realizzazione di una compiuta continuità territoriale, aggiunge: «Gli Aeroporti del Mela e dello Stretto e la continuità territoriale per gommato, ferro e pendolari rendono il nodo di Messina un vero hub a carattere nazionale e la cui valenza ed importanza non può essere delegata ad altre realtà, poiché la gestione delle stesse presuppone una governance autonoma condivisibile solo con Gioia Tauro (per la complementarità delle attività portuali che si andranno a svolgere), con la Città di Villa San Giovanni e l’altra Città metropolitana di Reggio Calabria. I dati relativi a traffici, poi, confortano l’importanza di un’area la cui vocazione è stata sfruttata fino ad oggi, malamente e solo in parte».
«L’Authority dello Stretto, dunque — conclude —, rappresenta un’opportunità anche in termini di sviluppo strategico dell’intero Paese attraverso un riequilibrio di opportunità per il Sud ed una imprescindibile azione di connessione con le aree del Sud del Mediterraneo. Salutiamo dunque con ottimismo e fiducia questa iniziativa poiché strategicamente utile e intelligente».
Intanto, però, la Riforma dei porti italiani resta ferma. L’accorpamento, previsto dal Piano Lupi, non rientra nel decreto “Sblocca Italia” e sarà posticipato alla Legge di Stabilita. Il ministro dei trasporti avrà 90 giorni per rimodulare il Piano.
Reset interviene anche sull’ultima ordinanza anti-tir: «Ci limitiamo a dire che se da un lato ci fa piacere che il Sindaco al terzo tentativo abbia finalmente compreso la necessità di emanare un’Ordinanza Sindacale, così come gli avevamo più volte e anticipatamente suggerito, dall’altro troviamo che l’ordinanza sia un ulteriore palliativo e appaia confusa». Se da un lato, infatti, dovrebbe limitare il passaggio dei mezzi gommati in città, dall’altro appare a Reset «assurda la scelta di penalizzare i commercianti di Via La Farina che hanno già manifestato i propri dubbi e le proprie motivazioni in maniera garbata ed efficace e verso i quali vanno il nostro sostegno e totale solidarietà».
E chiude duramente: «Ci pare, evidente oramai, che l’Amministrazione continui a dimostrare con atti amministrati incomprensibili una totale assenza di sensibilità, se non addirittura avversione, nei confronti di chi fa impresa».
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