“Uno sfogo, vogliamo interpretare così l’attacco alla Cisl, carico di rancore e gelosia, della Fp Cgil sulla scelta di mantenere aperta Casa Serena. Ma, onestamente, non ne comprendiamo né il motivo né l’obiettivo”. Così Calogero Emanuele commenta le dichiarazioni di Clara Crocé, soprattutto sulle allusioni al pranzo pasquale.
“Una posizione, quella della Fp Cgil, – continua Emanuele – ingenerosa e strumentale nei confronti del Segretario Generale, del Presidente del Consiglio ma anche del Dirigente dott. Bruno e dell’Ing. Aiello. Sfugge alla segretaria Crocé che, nel tempo, la partecipazione ai conviviali di Casa Serena è stato un rito che tutte le Amministrazioni hanno onorato ed è stata sede anche di riunioni e convegni di natura sindacale. Pensavamo che tutti auspicavano la messa in sicurezza della struttura di Montepiselli e ora invece, mannaggia le tessere, qualcuno perde il lume della ragione sol perché si è riusciti a mantenere in vita quello che tutti chiamano il “simbolo” la “storia” di Messina. Purtroppo – afferma Emanuele – a volte dimentichiamo il ruolo che rivestiamo, che deve essere quello di tutelare i lavoratori senza sottovalutare il mantenimento di servizi strategici per la collettività. Se gli accordi fossero stati fatti in altre sedi non sarebbero state ‘da Prima Repubblica’: in altre sedi il sistema è diverso, con gli accordi nelle segrete stanze mentre in pubblico si alzano le bandiere e le barricate”.
“La Cisl – prosegue Calogero Emanuele – è abituata a fare sindacato con impegno e serietà, senza secondi fini. Sulla vicenda di Casa Serena ci siamo battuti e ci batteremo perché resti aperta agli utenti anziani, pur tra le mille difficoltà frutto di scelte sbagliate delle amministrazioni passate”.
Calogero Emanuele aggiunge anche un altro particolare: “Tutti sapevano che il numero degli operatori doveva essere rapportato agli assistiti e nel rispetto degli standard regionali visto che l’argomento è stato oggetto di tantissimi incontri ai quali hanno preso parte tutti i sindacati. La posizione della Cisl, però, è stata sempre chiara e netta: salvare Casa Serena e gli operatori, impegnando l’Amministrazione a salvaguardare i livelli occupazionali che, come sanno tutte le Organizzazioni Sindacali, aldilà delle scene e/o scenate, nei bandi della 328 e anche i quelli dei servizi sociali comunali, sono state inserite delle clausole di salvaguardia per tutta la forza lavoro”.
La Cisl Fp però non si ferma. “È chiaro che alla luce delle determinazioni assunte da parte dell’Amministrazione e nelle forme di corrette relazioni sindacali, chiederemo l’immediata e contestuale garanzia per i restanti lavoratori, senza dover subire alcuna interruzione ma soprattutto senza perdere ulteriori posti di lavoro che già la città ha tanto subito”.
E proprio di questo si parlerà nell’incontro richiesto dalla Cisl e fissato per il 19 giugno dalla Cooperativa Azione Sociale che ha in carico i 104 lavoratori, direttore ed economo compresi, di cui 38 resterebbero a Casa Serena, 37 nei bandi 328 e 11 nei bandi dei Servizi Sociali Comunali.
“Resta il nodo relativo ai 15 operatori amministrativi – ricorda Emanuele – chiederemo e pretenderemo di sapere come saranno garantiti i lavoratori ma è chiaro quanto sia necessario un accordo a tre tra Amministrazione, Cooperativa e Sindacato. Una delle ipotesi è la riqualificazione del personale per essere utilizzato in altre mansioni equivalenti. Una cosa è certa la scelta degli operatori da mantenere per la continuità del servizio di Casa Serena non è stata fatta dal Sindacato, ma degli Uffici del Dipartimento in correlazione alle necessità e i bisogni, secondo la nuova organizzazione del lavoro e nel rispetto degli standard regionali”.
Per la Cisl aver scongiurato la chiusura di Casa Serena è il presupposto affinché, a conclusione dei lavori, la stessa possa riaprire i battenti per ospitare gli oltre 100 anziani e recuperare, conseguentemente, la forza lavoro. Una Casa di riposo comunale indispensabile per Messina. “Dobbiamo – conclude il segretario della Funzione Pubblica – prendere coscienza e sapere che oggi il Sindacato deve assumere un ruolo nuovo e un modo nuovo di rapportarsi con le Istituzioni, sapendo che le soluzioni sono possibili solo col confronto, col dialogo, con la proposta e non certamente con lo scontro. Lo scontro si fa se serve e solo dopo aver esperito ogni tentativo per raggiungere accordi di garanzia. Noi continueremo col nostro modo di fare, forse sbagliato, ma noi siamo la Cisl”.
(46)