Non solo uomini. Almeno dal 2011 anche le donne hanno sviluppato una certa attenzione nei confronti del gioco. A seguito delle indagini condotte sempre dal 2011 dall’Asl To2 si evince che le giocatrici italiane più accanite sono soprattutto le donne di mezza età che si sentono trascurate dalla famiglia e dai figli ormai maggiorenni, ma purtroppo non mancano le anziane. Queste ultime rappresentano quasi un quinto delle donne dedite al gioco. Stando ai vari studi condotti sull’argomento, le donne inizierebbero a giocare per cercare di evadere dai problemi e ritrovare una propria importanza.
Le donne e il gioco: l’aspetto psicologico
Per le donne il rischio di non giocare responsabilmente non è assolutamente inferiore rispetto a quello degli uomini. Anzi, in alcuni casi sembrerebbe addirittura superiore, perché sarebbero molti i mariti che evitano di indagare quando vedono la propria moglie impegnata in una partita a carte online o lamentarsi per non aver trovato un biglietto vincente alla lotteria. Secondo i dati raccolti dalla redazione di auraweb.it all’interno di un’infografica sul tema, l’utenza femminile preferisce giocare comodamente online piuttosto che dal vivo e predilige soprattutto le slot e i giochi ad estrazione. Questo approfondimento spiega chiaramente che le donne sono per le sessioni di gioco brevi. Non sarebbe una naturale passione per il gioco a portarle ad azionare una macchinetta virtuale, quanto il forte impulso a vincere la noia della routine quotidiana e provare un’esperienza totalmente nuova e immersiva, nella quale possano muoversi da sole.
Statistiche sulle giocatrici abituali
Su circa 20 milioni di giocatori in Italia, le donne sono quasi 7 milioni. La metà delle donne che giocano hanno un’età compresa tra i 25 e i 65 anni e un terzo di loro finirebbe col cadere alla lunga in una qualche forma di patologia. L’attenzione mediatica riguarda soprattutto gli anziani che scommettono la propria pensione, ma anche le donne contribuiscono a generare il problema. Appare evidente che, comunque, l’approccio delle donne al gioco sia alquanto differente rispetto a quello degli uomini ma, ciononostante, i numeri delle giocatrici assidue sono preoccupanti e nel giro di qualche anno potrebbero persino raggiungere quello degli uomini. Per combattere il fenomeno, sono sorti di recenti decreti legge ad hoc e in alcune zone vengono emanate delle ordinanze sindacali per limitare il gioco. Nel prossimo futuro, però, potrebbero arrivare misure ancora più stringenti.
Giocatrici professioniste: il caso di “Kelly” Sun
La storia del rapporto tra donne e gioco comprende comunque anche casi di giocatrici di successo. Come noto, soprattutto gli amanti dei giochi di carte partecipano volentieri a tornei di carte ufficiali. Nell’ambito del baccarat è stata proprio una donna ad affermarsi in ambito professionistico. Si tratta di Cheung Yin Sun, nota con il soprannome di “Kelly”, considerata “la regina del baccarat”, attiva dagli anni ‘70. Nel corso degli studi giovanili si ritrovò quasi per caso nelle sale da gioco di Hong Kong, scoprendo i giochi di carte. Trasferitasi poi in America, la ragazza ha incontrato Steven Black, giocatore professionista che è poi diventato suo mentore. Divenuta abile soprattutto nel baccarat, “Kelly” Sun si è distinta anche per una notevole generosità nei confronti delle amiche, ma a causa di una storia di debiti di una di loro si ritrovò in carcere e iniziò a maturare l’idea della vendetta nei confronti di una sala da gioco di Las Vegas. Durante la detenzione ne approfittò per affinare ulteriormente le proprie abilità. Negli anni a venire “Kelly” Sun allenò soprattutto la sua vista eccezionale, in grado di permetterle di scovare le più piccole imperfezioni sulle carte in modo da riconoscerle anche se coperte. Seguirono dunque successi notevoli tra i più importanti tavoli americani, al punto che in qualche circostanza la ragazza incontrò qualche problema nel farsi pagare.
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