Due settimane fa la proclamazione dello stato di agitazione ma nel frattempo nessun contatto tra azienda Keita e sindacati. Per i lavoratori — spiega la Fim Cisl —, la beffa è stata una lettera di contestazione sulle modalità di astensione dal lavoro ordinario. «Nonostante – precisa Nino Alibrandi, segretario provinciale della Fim Cisl – siano stati garantiti gli interventi d’emergenza e la continuità del servizio. Questo a fronte di una condotta gravemente scorretta e lesiva della dignità dei lavoratori, perché la Keita sta utilizzando altro personale arrivato da fuori provincia per effettuare i lavori ordinari creando una interposizione di manodopera ai lavoratori in sciopero. E allora – si domanda Alibrandi – come fa la Keita, che non paga gli stipendi da quasi sei mesi, a pagare le varie indennità previste per i lavoratori in trasferta?».
Questa mattina i lavoratori della Keita di stanza all’Ospedale Piemonte hanno deciso di manifestare pubblicamente il loro disagio: quasi sei mesi senza stipendio e la preoccupazione per il destino futuro.
La Fim Cisl, nei giorni scorsi, aveva chiesto all’Azienda Papardo-Piemonte, nella qualità di stazione appaltante, di avviare le procedure per effettuare il pagamento diretto ai lavoratori, così come previsto dalla legge. «La risposta dell’Azienda Papardo-Piemonte — dichiara il sindacato — è stata una lettera di sollecito alla Keita, con la quale si invitava l’azienda a regolarizzare i pagamenti degli stipendi ai lavoratori».
«Considerato il silenzio della Keita – conclude Alibrandi – chiederemo immediatamente all’Azienda Papardo-Piemonte di bloccare le somme previste per questa, al fine di tutelare le retribuzioni dei lavoratori e le quote dell’eventuale Tfr visto che l’appalto è in scadenza nei prossimi mesi».
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