Anche Messina rientra tra i 20 Comuni in cui si è votato nel 2013 e che, secondo quanto stabilito da una legge del 2012, atta a combattere i finanziamenti illeciti, avrebbero dovuto trasmettere alla Corte dei Conti il resoconto delle spese elettorali e dei finanziamenti ricevuti. Un’operazione che avrebbero dovuto effettuare i presidenti dei consigli comunali, ma di cui non si ha traccia. Insomma, anche la città dello Stretto rientra tra i Comuni inadempienti. Sarebbe meglio non correre il rischio, considerati i tempi di magra e la poca disponibilità delle casse comunali. Secondo quanto stabilito dalla legge che dovrebbe eliminare lo spauracchio dei finanziamenti illeciti, infatti, tutti i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti hanno l’obbligo, pena una sanzione pecuniaria che va dai 50 mila ai 500 mila euro, di comunicare alla sezione di controllo della Corte dei Conti la relazione sulle spese sostenute. Insomma, un’ulteriore somma in uscita che non aiuterebbe affatto le già asfittiche casse comunali. Alla luce anche del fatto che il Comune di Messina dovrà sborsare 427.466,80 euro per sindaco, consiglieri e assessori dell’ex giunta comunale ai quali era stato trattenuto il 30% su gettoni e indennità dal primo gennaio 2012 per lo sforamento del Patto di Stabilità 2011. Intanto, dalla sezione di controllo della Corte dei Conti, sono già partite 20 raccomandate con ricevuta di ritorno per sollecitare i comuni inosservanti.
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