È stato approvato, sabato scorso, dal Consiglio comunale, il Bilancio di previsione 2019-21, il primo, dopo 30 anni, ad essere votato entro i tempi previsti dalle norme contabili.
Soddisfatto, il Sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha pubblicato, questa mattina, un video in cui riassume l’esito della votazione: 21 presenti, 14 favorevoli, 3 contrari, 4 astenuti.
Il Primo cittadino spera in una svolta storica per la città: «Approvare il bilancio entro i tempi significa avviare la buona e sana Amministrazione» così ha ringraziato il Consiglio comunale.
Ha commentato la votazione il gruppo Sicilia futura, che spiega il perché della scelta fatta: «Un Bilancio triennale che rispetta gli equilibri, denota chiarezza, efficacia e coerenza nelle azioni che propone, che trova per la prima volta un parere favorevole senza condizioni dei dirigenti e dei revisori dei conti, perché non doveva incontrare il parere favorevole dei consiglieri di Sicilia Futura? Perché De Luca sta antipatico, perché sbaglia ad offendere dipendenti, dirigenti, sindacati come è stato stigmatizzato da La Tona in aula? Non sono certo questi i parametri per valutare un bilancio di previsione che oggi esiste, e per la prima volta in tempo, che consente di stabilizzare i precari, pagare gli stipendi ai dipendenti dell’Atm, che permette di cominciare a fare qualcosa per far tornare Messina una città ” normale”».
Anche LiberaMe ha voluto spendere qualche parola per la scelta fatta in Consiglio: «Un traguardo importante per la città di Messina poiché consentirà di programmare le prossime attività amministrative al di là dell’ormai consueta modalità dei dodicesimi di spesa che, da decenni, vincolava la programmazione di servizi e interventi pure necessari alla nostra città. Aver rinunciato alla presentazione di emendamenti al bilancio previsionale in occasione delle ultime sedute di Consiglio dedicate proprio all’approvazione della manovra finanziaria non rappresenta in alcun modo un assecondare supino l’azione dell’Amministrazione De Luca, bensì un segno di vera responsabilità politica in un momento in cui l’approvazione celere del bilancio avrebbe potuto avviare il percorso di stabilizzazione dei lavoratori precari».
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Per forza, l’alternativa era andare a casa