Messina scossa dall’arresto di Emilia Barrile, ex presidente del Consiglio comunale, e dall’esecuzione di altre 12 misure cautelari nei confronti di altrettanti soggetti accusati, a vario titolo, di aver “piegato” la pubblica amministrazione ai propri interessi.
I dettagli dell’operazione “Terzo livello” tracciano un quadro sconcertante di una parte della scena politica e imprenditoriale peloritana: “Le indagini – come si legge nella nota del GIP per motivare gli arresti domiciliari – rivelano la consuetudine della Barrile allo sfruttamento del potere di influenza che deriva dal ruolo pubblico per esercitare pressioni su dirigenti e funzionari del Comune per garantire il pronto soddisfacimento di interessi privati facenti capo a un ristretto gruppo di imprenditori cittadini a lei collegati da un inquietante logica del do ut des”.
L’arresto dell’ex presidente del Consiglio comunale di Messina assume tratti ancora più scuri nelle righe seguenti dove si legge che la Barrile operava con questi metodi “con prospettiva di ritorno sia elettorale che di assunzioni di parenti vicini presso attività imprenditoriali”. L’ex esponente del centrodestra si era, infatti, candidata alle recenti elezioni amministrative con la lista civica “Leali per Messina” che, nonostante l’elevato numero di preferenze raccolte (2800), non era riuscita a superare la soglia di sbarramento del 5%.
Di seguito il video completo con le intercettazioni effettuate dalla Direzione Investigativa Antimafia inerenti le indagini svolte dalla sezione di Messina in sinergia con il Centro Operativo di Catania, supportati dai Centri e Sezioni di Reggio Calabria, Palermo, Bari, Roma, Caltanissetta, Catanzaro ed Agrigento.
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