“Considerando le criticità’ emerse in precedenza, la creazione di un hot spot in una porzione del centro Cara di Mineo è stata superata. Lì ci stiamo indirizzando invece verso la creazione di un’area dedicata alle fasce più deboli. La nostra intenzione è quella di accogliervi i minori, visto che in Sicilia questo problema esiste”. Lo ha detto il capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione del ministero dell’Interno, prefetto Gerarda Pantalone, nel corso di un’audizione davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione, nonchè sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate.
“Il centro Cara di Mineo, che aveva un contratto di locazione in scadenza a ottobre, va verso il rinnovo, ma con l’idea di riuscire ad alleggerirlo nei numeri”, ha proseguito il prefetto. “I grandi centri – ha poi osservato Pantalone – non fanno bene ai migranti nè ai territori”. Il prefetto ha quindi spiegato che sono in fase di realizzazione nuovi hotspot in Sicilia (a Messina e a Palermo) che apriranno entro giugno, e in Calabria (province di Cosenza, Crotone e Reggio Calabria) e che dovrebbero essere pronti nei prossimi mesi.
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