Elezioni regionali 2017. Tanti gli elementi che hanno suscitato grande clamore a Messina durante questa nuova tornata elettorale, dal numero di voti preso da Luigi Genovese, figlio di Francantonio, alla mancata elezione di diversi volti noti della politica nostrana.
Sicuramente l’elemento più rilevante è che Messina non cambia: la forza di “Genovese padre” è stata sbandierata, se già non fosse stata evidente, su più fronti. Forza che rimane e permane nonostante la condanna in primo grado a 11 anni di carcere nel processo sui corsi di formazione (inchiesta Corsi D’Oro), forza che rimane e permane nonostante il cambio di partito dal PD (di cui è stato anche segretario regionale) a Forza Italia. Il colore politico non ha alcuna importanza, ovunque si candidi Genovese porta i suoi elettori con sé. E se nel 2012 aveva contribuito alla vittoria del partito democratico, a questa tornata elettorale ha contribuito alla vittoria, specialmente a Messina, della coalizione di centro-destra.
Luigi Genovese si difende dalle accuse di chi lo addita come impresentabile e dichiara a La Repubblica: «Gli impresentabili sono i 5 stelle con il loro linguaggio volgare, non io o mio padre. I Genovese hanno fatto solo del bene a Messina e la città ce lo ha riconosciuto. Io non ho alcuna condanna e impresentabile non lo sono. Mio padre, a dir la verità, non lo è nemmeno perché ha una condanna in primo grado e non una sentenza definitiva. Comunque penso di aver raccolto anche consenso personale mio, soprattutto tra i giovani. Ai 5 stelle voglio dire una cosa chiaramente: fare una campagna solo sugli impresentabili è poca cosa. Molti hanno provato a infangare la mia campagna elettorale, ma l’affetto e la fiducia della gente hanno confermato che la famiglia Genovese è amata. E questa è la migliore risposta che si può dare ai miei detrattori».
A soli 21 anni Genovese jr è probabilmente il più giovane deputato regionale d’Italia, ma questo potrebbe non bastare. Secondo alcune voci di corridoio, infatti, a Luigi potrebbe essere anche affidato un assessorato, possibilità non da escludere considerando l’altissimo numero di voti preso.
Starà a Musumeci e alla sua coalizione prendere la scelta.
Nel frattempo Messina continua a dimostrarsi una città di centro-destra, in cui, forse, la vittoria di Renato Accorinti è stata quasi un incidente di percorso.
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Purtroppo oggi la democrazia è intesa solo come un sistema fondato sullo stato di bisogno delle persone e non altro