Anche all’Ato3 rifiuti, come nelle altre società partecipate del Comune, ci sono malumori. I 54 dipendenti (34 di questi finiti anche negli ultimi giorni sotto polemica tra il segretario Cgil, Oceano, e gli ex assessori Puglisi e Santalco, per le assunzioni senza concorso nel 2007) sono senza stipendio da ottobre. Hanno percepito settembre due mesi fa e aspettano notizie. Anche loro chiedono gli arretrati come gli operatori ecologici di MessinAmbiente e i dipendenti dell’Atm, mentre solo gli impiegati comunali con le buste paga di novembre sono in “regola”. Ed è già tanto per un’amministrazione a rischio dissesto. Non è escluso che all’Ato3, nei prossimi giorni, possa essere protesta. Ma all’Ato3 i dissapori riguardano anche gli innalzamenti di livello approvati dall’ex presidente e commissario liquidatore, Antonio Ruggeri. Sei dipendenti dell’Ato3, 5 sorveglianti e un amministrativo, si stanno rivolgendo al giudice del Lavoro. Anzi, alcuni di questi hanno già avanzato richiesta per capire come mai loro, pur essendo in possesso dei requisiti, non siano stati “alzati di livello” e altri sì. I sei lavoratori pare abbiano in mente di rivolgersi alla procura e portare i documenti sulle progressioni verticali della gestione Ruggeri all’attenzione della magistratura penale. Con tutta la documentazione del caso. Sembra che alcuni dei “promossi” dell’era Ruggeri non avessero i requisiti necessari (come ad esempio il titolo di laurea) per gli innalzamenti di livello. Questo il clima all’Ato3 rifiuti, che senza stipendi puntuali sta diventando molto nebuloso. E c’è molta preoccupazione per quello che succederà dal primo gennaio prossimo, se il Comune adotterà il dissesto o i provvedimenti “lacrime e sangue”, che potrebbero colpire il personale di via Cavalieri della Stella. Tra l’altro l’attuale commissario liquidatore, Michele Trimboli, come tutti gli altri commissari delle partecipate comunali, non può adottare atti senza l’assenso del commissario Luigi Croce.
@Acaffo
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