Il giudizio di sindacati, lavoratori e studenti è molto critico riguardo l’incontro con il Ministro Francesco Profumo del 22 novembre ed è confermato, quindi, lo sciopero di oggi. In queste ore si sta svolgendo una manifestazione nazionale a Roma in piazza Farnese. La delegazione di Messina spiega: «Già alle sette del mattino il nostro striscione era appeso» dichiara Assunta Blandino, collaboratrice scolastica e Rsu presso l’Ic Cannizzaro Galatti di Messina. «Siamo qui dall’alba arrivati con un pullman partito ieri sera alle 20,30 da Messina pieno di studenti, insegnanti e personale Ata, perché non ci può bastare l’accontentino promesso dal ministro Profumo di coprire lo scatto del 2011, se questo costerà un terzo del fondo di istituto. Come potremo garantire il servizio di pulizia, di vigilanza, la sicurezza degli alunni ora che nelle scuole siamo così pochi: fino ad oggi lo abbiamo fatto coprendo il servizio con lo straordinario, lavorando anche 9 ore in un giorno, ma se questi fondi saranno ridotti, chi resterà a scuola?»
Anche il Prof. Riganello, partito dal liceo classico di Santa Teresa, sottolinea: «Temiamo che l’aumento non retribuito dell’orario di insegnamento (da
Anche gli studenti esprimono il loro disappunto. Francesco Mantarro, del liceo scientifico di S. Teresa dichiara: «Attraverso l’impoverimento della scuola pubblica, dopo averci beffato come “sfigati”, come “schizzinosi”, adesso ci sottraggono l’unico strumento democratico per l’accesso al futuro: la possibilità di formarci in una scuola gratuita di qualità. Già con le leggi Gelmini abbiamo meno tempo a scuola, meno laboratori, minore accesso al recupero e all’approfondimento perché i professori non hanno ore di compresenza e adesso si riducono anche i progetti o le gite pagate con il fondo di istituto».
Graziamaria Pistorino, segretario generale della Flc Cgil di Messina, dichiara: «Sui tagli alla scuola in questa provincia, confermiamo il nostro allarme sociale perché si è proceduto al licenziamento in tronco di una buona parte del precariato storico: oltre 1700 lavoratori, che corrispondono a 1700 professionisti in meno nelle scuole di questa provincia, per la formazione dei nostri figli. Che succederà nelle scuole quando, seguendo questo metodo, lo scatto del 2012 annullerà completamente la possibilità di svolgere attività aggiuntive all’orario di servizio: il governo chiede alla scuola di diminuire i propri servizi o di lavorare gratis? Il Governo tace invece su precariato e piano di stabilizzazioni docenti e Ata, tagli agli organici, finanziamenti alla scuola pubblica, docenti inidonei (
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