«I Faranda devono rispettare gli impegni presi a delocalizzare lo stabilimento Triscele o proporrò in Consiglio comunale l’atto di revoca della destinazione d’uso residenziale»: a parlare è il vicepresidente del Consiglio, Giuseppe Trischitta, che ha convocato i cronisti per dibattere del futuro della Triscele. Quarantuno cassintegrati, dal primo gennaio, resteranno con la tasche vuote perché non avranno neppure l’ammortizzatore sociale. In corso in Prefettura una mediazione con l’ufficio provinciale del Lavoro per consentire ai lavoratori di strappare altri sei mesi di cassa integrazione in deroga. Ma Trischitta punta l’indice sui Faranda: «Per approvare la delibera che trasformava i terreni da industriali in residenziali abbiamo subito pure una diffida legale, conosciamo il progetto che prevede 10 palazzine al posto dello stabilimento e dunque di ricavi per i Faranda, ma non si sa nulla del piano di delocalizzazione che si erano impegnati a fare». «Se i Faranda — conclude Trischitta — non presenteranno il piano, proporrò all’aula e al Commissario Croce la revoca della delibera approvata».
@Acaffo
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