Oggi, dalle 8,00 alle 22,00, poco meno di 4 milioni e mezzo di siciliani sono chiamati alle urne per eleggere il nuovo governatore e i parlamentari dell’Assemblea regionale. 90 uomini che dovranno decidere le sorti della Sicilia per i prossimi 5 anni (ma la Camera è al lavoro per ridurli a 70).
La Sicilia dovrà scegliere in una rosa di dieci candidati il presidente della Regione. Tra 1.629 nomi inseriti nelle 19 liste collegate agli aspiranti governatori, 32 sono conosciuti alla magistratura, inquisiti per reati di vario tipo, ma loro, i candidati, non mollano la corsa alla poltrona dell’Ars. Uno, il messinese Placido Oteri,”sgamato” come condannato in una vecchia vicenda giudiziaria (ma lui si proclama assolutamente innocente), aveva stupito tutti per il rigore morale mostrato nell’escludersi dalla tornata. Ancor di più ha stupito quando qualche giorno fa si è scoperto che, nascostamente, continuava la sua campagna elettorale. Ma, indagati-condannati o legalmente intonsi, la previsione è che sia alta la percentuale di astensionismo.
E a proposito di previsioni, tre sono i nomi, tra i dieci candidati alla presidenza, più papabili per la vittoria: Rosario Crocetta (Pd, Udc, Api e Psi), Nello Musumeci (Pdl, Pid e Ld) e Gianfranco Micciche’ (Fli, Pds-Mpa, Gs e Mps). Tre “cavalli di razza” che in corsa, però, potrebbero trovare l’ostacolo Beppe Grillo, che in Sicilia sta facendo molto rumore. Il M5S, infatti, che candida Giancarlo Cancelleri, ha avuto un supporter d’eccezione come Grillo. Il genovese, che l’isola l’ha raggiunta attraversando lo Stretto a nuoto, per 17 giorni ha attirato nelle piazze siciliane migliaia di persone e, dunque, non è difficile ipotizzare che la sua antipolitica possa rappresentare l’elemento chiave per riportare il popolo alle urne. Un popolo cui viene offerta la possibilità del voto disgiunto: poter votare per una lista e contemporaneamente per il candidato governatore di un altro schieramento.
Per la sinistra, in corsa c’e’ Giovanna Marano, sostenuta da Sel, Idv, Federazione della sinistra e Verdi. C’è anche Giacomo Di Leo, partito comunista dei lavoratori. In campo anche il leader dei Forconi, Mariano Ferro; Gaspare Sturzo, lista Italiani liberi e forti; Lo sCatenato Cateno De Luca, che ha davvero “rivoluzionato” l’isola con le sue occupazioni simboliche di Tribunali, sedi rai, e con la consegna dei “Fausi”. Non a caso è in corsa per “Rivoluzione Siciliana”. Infine, Lucia Pinsone, lista Volontari per l’Italia.
Se soltanto un decimo a testa del “tanto” promesso in campagna elettorale dai “tanti” candidati a governarci, fosse effettivamente portato a termine ad elezione avvenuta, la Sicilia potrebbe davvero riporre in un cassetto i quattro anni di governo guidato da Raffaele Lombardo. Quattro anni di scontri politici, con partiti di maggioranza (Pdl e Pid) passati all’opposizione e partiti di minoranza (Pd) in appoggio all’esecutivo. La gestione Lombardo lascia un debito di quasi 6 miliardi di euro e 100mila precari.Lascia sprechi e disavanzi che, volesse far di peggio chi succederà ai 90, dovrebbe impegnarsi davvero molto. Ma noi siamo ottimisti e voteremo. Se soltanto un decimo a testa del “tanto” promesso in campagna elettorale……
(46)