«Un plauso e un grazie ai giovani messinesi che ieri con l’occupazione pacifica e festosa di quel che rimane del Teatro in Fiera, hanno voluto dire basta a una storia che si trascina da ormai diciassette lunghi anni, anni in cui il solito, stucchevole balletto dello scarico di responsabilità ha ridotto in rovina, mandato in malora uno spazio artistico culturale della città che era stato un vanto, un fiore all’occhiello della nostra comunità e che, al pari di altri spazi perduti, ingrossano il lungo e triste elenco dei luoghi chiusi e dimenticati di una città che sembra aver smarrito la propria nobile e gloriosa storia. Siamo solidali, partecipi e sosteniamo questa azione». Queste le parole di sostegno rivolte ai manifestanti da Sel (Sinistra Ecologia e Libertà), che vedono nel gesto dell’occupazione e della protesta la possibilità di riscattare la storia calpestata della città, abbandonata all’incuria del tempo da una classe politico-amministrativa che non si è curata di tutelarla. «Ben venga quindi l’occupazione di questi giovani e non, di movimenti, associazioni, artisti — dicono Elio Morabito di Sel e Andrea Carbone, responsabile regionale Beni Comuni —che riportano al centro dell’attenzione questa antica ma ancora aperta ferita, questo vecchio ma non per questo dimenticato vulnus inferto alla città». «Non ci stupisce l’assenza delle istituzioni, cui siamo tristemente abituati, né ci stupisce, in positivo, la presenza e l’intervento del Presidente della Circoscrizione in cui insiste il Teatro, la cui presenza testimonia come le Istituzioni possano e debbano essere presenti a fianco dei cittadini nelle giuste, sacrosante battaglie per la riconquista di spazi di vivibilità. Ci auguriamo — concludono Morabito e Carbone — che questa vicenda del Teatro in Fiera diventi un simbolo della rinascita della città e per questo pensiamo che si debbano allargare i confini della partecipazione. Il Teatro in Fiera sia la battaglia di tutti i messinesi, la si continui a seguire con un presidio permanente non solo fisico, si vigili per evitare che qualcuno cerchi di strumentalizzarla, convinti come siamo che la riapertura di questo teatro debba essere una conquista di civiltà e democrazia della città tutta e non di una parte politica».
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