Cateno De Luca, stavolta, vuole far luce sulle modalità con cui venivano approvati i bilanci dell’Ars che, denuncia, «potrebbero essere falsi». De Luca dichiara che: «Dal 2006, da quando sono deputato, non ho mai potuto confrontarmi in Aula sul Bilancio dell’Assemblea Regionale Siciliana, in quanto la prassi d’Aula, era ed è quella di iscriverne all’ordine del giorno l’esame e l’approvazione durante la pausa pranzo, in occasione delle finanziarie regionali. La spartizione dei contributi ai singoli gruppi parlamentari – continua De Luca – e le consulenze effettuate dalla Presidenza dell’Ars, avveniva fuori dal Parlamento con decisioni assunte dal Presidente dell’Assemblea in combutta con il Consiglio di Presidenza formato da tutti i rappresentanti dei partiti politici che per garantire il silenzio percepivano circa 4 mila euro mese di indennità aggiuntiva allo stipendio base del Parlamentare». Dunque, le decisioni di bilancio venivano prese, secondo il deputato, in “separata sede”. E prosegue: «La Procura, nell’ambito dell’indagine che sta espletando, sarebbe opportuno che verificasse la veridicità dei bilanci del Parlamento siciliano, tenuto conto che lo stesso Parlamento, tranne qualche rara eccezione, non ha mai esaminato e dibattuto e quindi approvato i singoli capitoli di bilancio. Dopo queste pause pranzo si dava per approvato il bilancio dell’assemblea. Non mi risulta – conclude De Luca – che esistano atti parlamentari che possono dimostrare l’opposto, come non possono esserci atti parlamentari che possano dimostrare la veridicità dei singoli bilanci con le votazioni d’Aula».
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