I tre motivi fondamentali dello sciopero generale di 8 ore indetto dalla Fiom Cgil il 5 e 6 dicembre sono: difesa dei livelli di reddito, dei posti di lavoro e del sistema produttivo in crisi. In Sicilia e in provincia di Messina lo sciopero, di cui si è parlato questa mattina in una conferenza stampa, al saloncino della Camera del lavoro, si terrà venerdì 6 dicembre con una manifestazione regionale a Palermo e un incontro conclusivo con il presidente Crocetta. I metalmeccanici della Cgil di Messina scenderanno in piazza spinti dalla forte preoccupazione per le difficoltà che stanno vivendo le aziende di settore dalle grandi, come l’Acciaieria e la Raffineria, alle medie e piccole, quelle della cantieristica navale e da diporto. «La maggior parte di queste aziende fino a ora ha evitato i licenziamenti, appoggiandosi agli ammortizzatori sociali che però qui in Sicilia, al momento sono bloccati ― spiega Enzo Sgrò, segretario generale Fiom Messina. Servirebbero politiche di rilancio di settore, investimenti sulle infrastrutture per abbattere i costi di trasporto, determinazione a coniugare salute, ambiente e lavoro». Al termine della manifestazione, che vedrà un’ampia partecipazione di una delegazione di Messina, con partenza prevista alle 9.30 da piazza Marina a Palermo fino a piazza Indipendenza, i dirigenti della Fiom incontreranno il presidente della Regione Crocetta, per chiedergli un intervento a sostegno della Cantieristica, settore vocato per la Sicilia e per la provincia di Messina; un impegno concreto per il risanamento ambientale dell’area di Milazzo; una politica energetica che tuteli le centrali la cui esistenza oggi è messa a rischio dalle nuove centrali calabresi; investimenti per infrastrutture più moderne. «Occorre coniugare la tutela dell’ambiente e della salute con il lavoro, e per farlo servono indirizzi precisi da parte della politica ― osserva Sgrò. Così come occorre tutelare la nostra produzione di energia elettrica, che oltre ai posti diretti coinvolge migliaia di persone che operano nell’indotto. Insomma serve un governo che intervenga in difesa del lavoro e delle produzioni». Lo sciopero del 6 dicembre rientra anche tra le iniziative di protesta contro l’accordo sulla produttività, firmato la scorsa settimana da tutte le organizzazioni sindacali nazionali, tranne la Cgil che delega alla contrattazione in azienda gli adeguamenti salariali, come ha spiegato il segretario generale della Cgil di Messina, Lillo Oceano, intervenuto alla conferenza stampa. «Un meccanismo che finirà ancora una volta per penalizzare i lavoratori del Mezzogiorno perché sarà facile dire ‘siamo in crisi: non possiamo riconoscere aumenti ― osserva Oceano. A parità di lavoro e di azienda è giusto che in ogni parte d’Italia si guadagni ugualmente».
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