Il segretario cittadino del Pd, Giuseppe Grioli, vede nell’occupazione del Teatro in Fiera e nella protesta del movimento antifascista un barlume di speranza e tanta voglia di riscatto di una città che appare spenta e impoverita. «L’area della Fiera — dice Grioli — è il simbolo di una città che non ha saputo interpretare il cambiamento dei tempi. Quel luogo era la vetrina della città nel mondo durante gli anni ’60, oggi invece arriva a essere definita, purtroppo a ragione, sede di un mercatino rionale. Questa considerazione sollecita tutti noi ad accelerare un processo di trasformazione dell’area fieristica evitando di far ripiombare ancora una volta la città nel suo tradizionale vortice di parole senza concretezza». La Fiera è sempre stato il luogo simbolo della città, motivo di vanto, in passato, e di rammarico, negli ultimi tempi, ma ha sempre avuto quella che il segretario del Pd definisce «una naturale vocazione pubblica». Il teatro e gli spazi fieristici sono indubbiamente «luoghi che appartengono ai cittadini». Grioli insiste sull’argomento: «L’Autorità Portuale amministra quell’area e tale Ente, oltre ad essere guidato da un presidente, ha un organismo che individua le scelte strategiche. Del Comitato Portuale tra gli altri fanno parte
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