Scelte strategiche per ridare dignità agli spazi fieristici e al Teatro. Il Pd guarda anche all’Europa

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fiera messinaIl segretario cittadino del Pd, Giuseppe Grioli, vede nell’occupazione del Teatro in Fiera e nella protesta del movimento antifascista un barlume di speranza e tanta voglia di riscatto di una città che appare spenta e impoverita. «L’area della Fiera — dice Grioli — è il simbolo di una città che non ha saputo interpretare il cambiamento dei tempi. Quel luogo era la vetrina della città nel mondo durante gli anni ’60, oggi invece arriva a essere definita, purtroppo a ragione, sede di un mercatino rionale. Questa considerazione sollecita tutti noi ad accelerare un processo di trasformazione dell’area fieristica evitando di far ripiombare ancora una volta la città nel suo tradizionale vortice di parole senza concretezza». La Fiera è sempre stato il luogo simbolo della città, motivo di vanto, in passato, e di rammarico, negli ultimi tempi, ma ha sempre avuto quella che il segretario del Pd definisce «una naturale vocazione pubblica». Il teatro e gli spazi fieristici sono indubbiamente «luoghi che appartengono ai cittadini». Grioli insiste sull’argomento: «L’Autorità Portuale amministra quell’area e tale Ente, oltre ad essere guidato da un presidente, ha un organismo che individua le scelte strategiche. Del Comitato Portuale tra gli altri fanno parte la Regione, la Provincia e il Comune. La cittadella fieristica deve essere restituita alla città, occorre promuovere un progetto di rigenerazione e trasformazione di una parte importante del fronte mare che deve costituire l’inizio del riscatto di Messina. Occorre una visione strategica delle scelte. L’area in questione è inserita nel piano regolatore del porto con destinazione “parco culturale”». «Dobbiamo immaginare un percorso partecipato nelle scelte strategiche, — esorta il segretario — rispondendo alle istanze di partecipazione che emergono dall’azione collettiva dei movimenti che conducono l’occupazione,  sapendo che la città vuole vivere quei luoghi, vuole ritrovare bellezza e vuole ritrovare spazi culturali, per il tempo libero e lo sport. Noi dobbiamo pretendere che si passi dalla città che discute all’infinito alla città che realizzi e si realizzi». Dunque niente chiacchiere a vuoto ma fatti concreti, chiede il Pd. E suggerisce di guardare all’Europa e ai possibili finanziamenti per il settore culturale e creativo. «Solleciteremo il Governo Regionale — prosegue Grioli —  a fare la propria parte per riconsegnare alla città quegli spazi come un luogo di cultura, di svago,  di tradizione e bellezza. Il concorso dei privati può diventare importante per la carenza di risorse a disposizione, senza deleghe in bianco o cessioni di sovranità pubblica. È fondamentale però prestare molta più attenzione alle opportunità dell’Unione Europea che con il nuovo Programma Quadro “Creative Europe” previsto per l’agenda 2014-2020 stanzia 1,8 miliardi di euro per la cultura, l’audiovisivo e le industrie culturali e creative. Molte città europee hanno trasformato aree decadenti e obsolete attraverso progetti di rigenerazione moderni e innovativi». Con la collaborazione di tutti gli Enti preposti alla tutela e alla ristrutturazione, il Pd auspica che, in tempi rapidi, possa partire un percorso concreto di trasformazione dell’area.   

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