Le Acli intervengono sul tema della riforma dell’Authority: sì alla proroga di trentasei mesi per l’attività amministrativa.
“Trentasei mesi, per costruire comunque qualcosa che resti e significhi per Messina; trentasei mesi, per contribuire a dare senso e direzione alla città. Trentasei mesi di tempo e di costruzione da ottenere necessariamente entro quindici giorni su cui scommettersi tutti, il tema dell’Autorità Portuale è infatti centrale rispetto al destino di Messina” ha dichiarato il presidente provinciale delle Acli, Antonio Gallo, a nome del Movimento che rappresenta.
Gallo ha poi proseguito, dicendo che “A questa classe dirigente non chiediamo assolutamente dichiarazioni più o meno sdegnate o appelli. Dobbiamo chiedere la capacità di incidere, la capacità di delineare strategie che portino a risultati concreti, dobbiamo chiedere la forza risolutiva di intervenire, quando è necessario, con rapidità, con risolutezza e soprattutto con efficacia”.
Ma, dalle analisi portate avanti dalle stesse Associazioni, è stata riscontrata una debolezza oggettiva delle classi dirigenti della città. Le motivazioni? Gallo fa notare che “la Costituzione prevede espressamente che esse siano selezionate, in modo anche contrapposto, da organismi definiti, i Partiti. La loro crisi non ha prodotto, quanto meno a Messina, una loro rinascita, ma solo il festival dei nominati, l’emergere del clientelismo laddove il sistema prevede le preferenze, che si rafforza ovviamente grazie all’astensionismo, ovvero, fenomeno più sottile, ma ancor ben più grave e pericoloso, la vittoria dell’antipolitica e del neo qualunquismo che riesce addirittura a proporre l’onestà come valore ideologico e non come ovvio presupposto”.
L’auspicio, dunque, è che alla città possa essere rappresentata e governata da classi dirigenti capaci di inserirsi nella cultura politica del Paese per poter incidere fattivamente per Messina, respingendo populismo, derive personaliste, nomine dall’alto e clientelismo fine a se stesso.
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