Reset dalla parte dei bisognosi sottolinea il ruolo fondamentale dei servizi sociali

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ResetLo scorso mercoledì Reset ha organizzato un incontro di approfondimento sul tema dei Servizi Sociali affrontando un’emergenza che vede 700 lavoratori che rischiano il posto di lavoro e tante persone bisognose private di servizi per loro essenziali, nonostante la legge non li definisca tali. Questi continui tagli ― dicono da Reset ― vengono compiuti senza tener conto dell’effetto domino che scelte di questo tipo hanno su cittadini, utenti e collettività. «Per bilanciare il quadro mediatico, che pone l’accento più spesso sul dramma dei lavoratori che su quello degli utenti dei servizi sociali, la dottoressa Dora Torre, educatrice presso il Cag (Centro di Aggregazione Giovanile) di Giostra ha evidenziato il ruolo fondamentale di questi centri che tolgono dalla strada centinaia di bambini e ragazzi, agiscono su richiesta di scuole, tribunale dei minori e sistema sanitario per prendere in carico tante situazioni a rischio, supportando ed affiancando le famiglie con un’opera che esprime tutti i suoi risultati nel tempo sottraendo persone al circuito penale e prevenendo situazioni di disagio psichico. Un’attività che non può subire discontinuità». «L’intervento del dottor Calogero Emanuele, responsabile provinciale Cisl della funzione pubblica, ha permesso di evidenziare come la situazione attuale sia figlia di responsabilità condivise ― dicono da Reset ―  da tutto l’arco istituzionale, ma che bisogna mettere un punto e ricominciare collocando al centro il servizio e non il sistema delle cooperative che ha generato un mercato distorto, in cui a fare le spese sono spesso stati i lavoratori sulle cui spalle è ricaduta l’inefficienza complessiva del sistema. Emanuele ha evidenziato come esistano fondi relativi a “Piani di Zona” precedenti, di cui oltre 10 milioni di euro sono destinati a Messina. Chiedere lo sblocco di questi fondi al Presidente Crocetta, al fine della contribuzione all’attività dei servizi sociali, insieme ai 5 milioni di euro che sembrerebbero essere stati stanziati dal bilancio comunale». Adriana Russo e Alessandro Tinaglia hanno illustrato le linee guida della politica del movimento relativamente ai servizi sociali: nel tempo concesso dai fondi che potrebbero essere resi disponibili, avviare tavoli di progettazione tematici in cui coinvolgere tutti gli attori del sistema dei servizi sociali, nello spirito delle norme in materia che prevedono una forte relazione tra gli attori sul territorio:comune, associazioni di volontariato, scuole, parrocchie,sindacati, cooperative, al fine di attuare una progettazione che consenta l’attrazione di fondi sul territorio: un vero e proprio “piano strategico per il sociale”. Ciò ad esempio consentirebbe di accedere ai fondi del PO FESR SICILIA 2007–2013, Obiettivo operativo 6.1.4: Rafforzare la rete dei servizi di prevenzione e delle attività orientate alle situazioni di maggiore disagio nelle aree urbane, finalizzato alla realizzazione di interventi di natura socio – assistenziale. In sintesi il programma di Reset riguarderebbe: progettazione mirata all’attrazione dei fondi, da parte di comune e di tutti gli attori del sistema, per il mantenimento dei servizi anche in caso di dissesto; gestione dell’informazione e del sostegno all’utente per la libera fruizione dei servizi offerti sul territorio; controllo e sostegno del miglioramento continuo della qualità dei servizi; sistema dei voucher per centrare l’azione sull’utente e non sugli erogatori; razionalizzazione del sistema per ridurne i costi e gli sprechi. «Reset sottolinea ― concludono ― che la parte più importante di qualunque progettazione è la realizzazione del progetto: le precedenti amministrazioni, anche quando capaci di progettare, hanno dimostrato di non essere capaci di portare a compimento quanto pianificato, ad esempio, per restare in tema le azioni per il sociale previste anche nella pianificazione strategica “Messina 2020”. Da queste premesse discende che il Comune deve rendersi consapevole di essere il principale interlocutore del cittadino per quel che concerne i servizi sociali e della necessità di un salto di qualità dell’intero sistema per vincere la sfida posta dal mutato contesto politico, sociale ed economico. Insomma, abbandonare finalmente il modello delle clientele e adeguarsi ai modelli dei comuni più virtuosi. 

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