Vicende giudiziarie, sprechi, precariato. Nella puntata di ieri sera di Report, programma condotto da Milena Gabanelli in onda su Rai 3, ampio spazio è stato dedicato alle imminenti elezioni in Sicilia.
Un lungo servizio ha presentato tutti i candidati alla presidenza della Regione e alcuni dei candidati all’Ars, soffermandosi sui numerosi indagati e condannati in lizza per un seggio nell’assemblea. In particolare Nello Musumeci, Rosario Crocetta e Gianfranco Miccichè. Tutti e tre hanno uno scheletro nell’armadio, rappresentato da un candidato indagato, o già condannato, nella propria lista o in quella del partito che la supporta. Spazio anche al “colorito” Cateno De Luca, sotto processo per tentata concussione e abuso d’ufficio. Di lui, in particolare, Report ha ripreso gli “sforzi” della sua candidatura: la fronte grondante di sudore dell’ex primo cittadino di Fiumedinisi, impegnato in una campagna elettorale che, diciamolo, appare più faticosa per lui che per un contadino impegnato in aratura, semina e raccolta in una campagna agreste. De Luca, infatti, più che in candidatura appare in battaglia, teso a conquistare, giorno dopo giorno, nuove postazioni o espugnare. Particolare, tra i tanti che hanno caratterizzato la sua propaganda elettorale, il recente “ARRENDETEVI! SIETE CIRCONDATI!”. Nulla da dire su De Luca, sindaco, deputato, leader, ipotetico presidente della Regione, sa come far parlare di sé. Tra i “messinesi”, le telecamere di Report hanno “braccato” anche il nostro Peppino Buzzanca, candidato nella lista di Nello Musumeci, che alla domanda della giornalista sulle non poco chiare vicende giudiziarie di alcuni candidati della lista Musumeci, ha risposto “Parlo solo se siamo in diretta, altrimenti non ho altro da aggiungere”. Mancanza di fiducia su un’eventuale manipolazione del suo dire, o scelta di sottrarsi all’impegno mediatico se non c’è l’impellenza della diretta? Buzzanca su Twitter risponde a Normanno scrivendo: “Nessuna reticenza. Solo puntualizzato che è intervenuta riabilitazione. Dopo 18 anni continua linciaggio. Pazienza”.
Report chiude la parentesi siciliana con le indecenze politiche recentemente venute alla luce: il problema dei precari degli enti locali, le inutili spese dell’Ars, lo stuolo di consulenti scelti dall’ormai ex presidente Raffaele Lombardo, la spending review arenata e la riduzione da 90 a 70 degli eletti di Palazzo dei Normanni ancora in discussione tra Camera e Senato che, se entrerà in vigore, lo farà solo nel 2017. Quando, forse, il disastro annunciato dai Maya, o del prossimo governatore della Regione, avrà fatto il suo corso…
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