Piano di Riequilibrio, solo Garofalo e Mancuso rispondono “presente” ad Accorinti

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Il sindaco Renato Accorinti chiama a raccolta la deputazione nazionale per discutere dell’ampliamento a trent’anni della durata del Piano di Riequilibrio, ma la risposta ricevuta è stata tiepida, per non dire fredda.

All’appuntamento con il primo cittadino hanno risposto presente soltanto il Senatore Bruno Mancuso e l’onorevole Enzo Garofalo, entrambi di Area Popolare. Un primo incontro per far capire come la questione non riguardi solo ed esclusivamente la città di Messina, ma può essere ampliata a tutti i Comuni in pre-dissesto, come Catania o Napoli.

Sulle motivazioni, il sindaco Accorinti continua a puntare sui vantaggi che una maggiore rateizzazione dei debiti avrebbe sull’intera collettività: “Questo problema non riguarda solo la città di Messina, ma è un’esigenza condivisa con altre realtà italiane con cui stiamo cercando di fare fronte comune. Il principio è semplice, se per pagare un debito il Comune non può garantire dei servizi essenziali, allora il debito va diluito su più anni. Noi chiediamo solo questo, la nostra città ha patito tanto in termini di carenza di servizi, adesso è arrivato il momento di prendere in seria considerazione l’idea di ampliare a trent’anni la durata del Piano di Riequilibrio e per arrivare a questo obiettivo è necessario l’intervento della nostra deputazione”.

Circa la risposta ricevuta all’invito, il sindaco mette da parte le polemiche: “Abbiamo chiamato tutti, ma qualche cellulare era irrangiungibile. Con l’onorevole D’Alia ci incontreremo più tardi, ma i contatti non finiranno certamente oggi”.

Bruno Mancuso spiega come si dovrà intervenire politicamente: “Con le forze di maggioranza stabiliremo gli interventi da fare, soprattutto a vantaggio di quelle realtà penalizzate dalla norma vigente, come appunto la stessa Messina. Siamo pronti a fare quadrato per il bene della città, si dovrà anche interpellare la Ragioneria dello Stato, ma il Governo non ha intenzione spingere i Comuni verso il dissesto”.

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