Per Reset, M5S e Accorinti ” Lo Stretto è nostro e ce lo gestiamo noi”. Progetto per una società pubblica di navigazione

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stretto di MessinaSembra utopia ma loro ci credono: Reset, Movimento Cinquestelle e il gruppo di Renato Accorinti. Il sogno che secondo loro può divenire realtà è la creazione di una società pubblica di navigazione tra Sicilia e Calabria, che possa diventare concorrente di Ferrovie e Caronte-Tourist, e che coinvolga anche la futura azienda trasporti che, come il Comune, rischia il fallimento. La proposta ufficiale è di Reset, del candidato sindaco Alessandro Tinaglia, sposata da Accorinti e da Giuseppe Manfredi per il Movimento di Beppe Grillo. A dire il vero, già 6 anni fa il pacifista l’aveva proposta. In conferenza stampa,oggi, convocata al teatro in Fiera, Fiera da una settimana “occupata” senza sosta dal gruppo antifascista che punta alla riqualificazione della struttura. I tre hanno sottolineato che l’alleanza è solo sul progetto, ma che non è un’alleanza politica. Manfredi: “Basta con le alleanze politiche, noi condividiamo i progetti che a nostro parere sono utili per Messina”. Stesso discorso da Tinaglia e Accorinti che si preparano entrambi alle amministrative del 2013. Ma come realizzare la società di navigazione? Quale personale sarà utilizzato? E con quali fondi? L’idea è di affittare 4 navi che facciano la spola tra Tremestieri e Reggio Calabria. I costi annuali di ogni singola nave sono di 7.500.000 euro. I residenti di Messina e Reggio Calabria pagherebbero pochissimo. Si prevedono 16 corse giornaliere, 32 totali, una ogni 45 minuti. Per i tre gruppi i fondi dovranno essere messi per l’80% dal Comune, dalla Regione per il 20%. Ma i benefici economici già nel breve periodo sarebbero immensi. I numeri forniti da Reset dicono che gli utili annuali sarebbero immediati. In pratica si fa un investimento iniziale per poi ottenere già dal primo anno ricavi. Nel giro di 24 mesi al Comune andrebbero utili pari a 15.033.600 euro, mentre alla Regione 3.758.400. Il personale non sarebbe quello comunale o regionale ma specializzato e reclutato attraverso selezioni pubbliche. Un sogno? “No – ha replicato Manfredi – dobbiamo riappropriarci di ciò che è nostro, la città dev’essere consapevole. Noi aspettiamo dai messinesi che ci dicano se la proposta la vogliono”. Tinaglia: “A Messina si è andati avanti sempre con le solite logiche, noi non abbiamo paura della malaburocrazia, di richieste amministrative, bisogna crederci- E arrivato il momento che la città diventi consapevole del proprio futuro, senza delegarlo ad altri, ai soliti”. Accorinti: “Se non si fa nulla non si ottiene nulla. Se non ci fossero stati questi ragazzi a occupare il teatro in Fiera chi si sarebbe interessato? Noi non ce l’abbiamo nè con i privati della Navigazione nè con le Ferrovie. Vogliamo che la città si riappropri di un bene comune che è il porto, il collegamento tra Messina e Reggio Calabria che dovrà essere una sola città”. Nel piano proposto da Reset si parla del coinvolgimento dell’Azienda Trasporti in questo progetto e si legge nella nota: “presentiamo una proposta che da sola è in condizione di risolvere il tema dell’Atm, del trasporto locale pubblico (TPL) e quelli, più generali e non più rinviabili, del bilancio comunale. Avevamo presentato al Commissario Croce, oltre un mese fa, un elenco di azioni ed iniziative che gli avremmo voluto illustrare solo se ce ne avesse dato l’opportunità, che possono ancora consentire all’Amministrazione Comunale di individuare una strada che, oltre che evitare il dissesto, possa segnare una forte discontinuità con le precedenti gestioni. Una di queste è appunto quella della costruzione della società pubblica di traghettamento.
Se è vero però che il Commissario non firmerà il bilancio di previsione, che di fatto è un consuntivo, confermerà nei fatti le voci che lo volevano a Messina proprio per la dichiarazione di dissesto”.

@Acaffo

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