I sondaggi sulle elezioni regionali parlano chiaro: a meno che non ci siano miracolosi lifting alle immagini politiche sin qui prodotte dai candidati, il 43% dei siciliani non intende andare alle urne il 28 ottobre. E non ci sono sconti per nessuno. Calo di consensi per tutti i partiti, qualunque sia lo slogan o il volto acchiappafiducia che appare sul manifesto. Possibilità quasi zero, poi, per chi è in lista nel partito per il quale è previsto un solo seggio. Intanto, nella corsa all’Ars, perde pezzi strada facendo, il Fli-Mps, mentre il Pdl sfodera pezzi da novanta. IL tutto a meno di una settimana dalla presentazione delle liste. Ma quanto costa entrare in gara? Tra spot, manifesti, addetti stampa, segreterie, feste e benefit per accaparrarsi voti, la cifra varia tra gli ottantamila e i centomila euro. Cè, comunque, qualcuno, come il capogruppo del Pd, Antonello Cracolici, che, in memoria della “Crisi”, suggerisce un “clima di sobrietà”. E in effetti, sbandierare al “popolo affamato” la dovizia del banchetto di chi vuol sedersi al Governo è certamente controproducente. Ma, crisi o meno, “sensibilità del candidato” o meno, ci sono costi che vanno affrontati da chi vuole trovare posto a Sala d’Ercole.
Qualche esempio. Un solo mega poster 6 per 3 tre comporta una spesa di circa 200 euro per 14 giorni di affissione. A collocarne cento sono 20mila euro. Chi riduce il proprio “faccione” sul finestrino di un autobus, spende circa 150 euro ad “affaccio” per le solite due settimane. Messina, nella fattispecie, offre una scarsa vetrina al candidato, con soli 14 autobus che partono ora sì, ora no.
I manifesti piccoli, da tasca, che gli elettori, in genere, calpestano sui marciapiedi, i cosiddetti facsimile, vanno stampati a “risma”: minimo un milione. Costo sui 2500 euro. Poi c’è il passaggio in televisione o in radio. Lì i costi variano da un’emittente all’altra, ma la media di uno spot tv è di 500 euro al giorno se regionale, 200 se locale. In radio 15 spot costano circa 5mila euro. La pubblicità sul web: dai 1000 ai 1200 euro al mese. Infine le spese di segreterie e feste varie. Per le prime c’è chi ne ha anche sei sparpagliate sul territorio, ( il costo dipende da location e personale utilizzato). Per le seconde, il costo varia da luogo e numero di invitati. E se, nonostante spot, messaggi del tipo: “ Padre Pio sono Io. Votami”, e brindisi, il “popolo affamato” scegliesse la poltrona di casa all’urna?
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