Già il 2 marzo 2009, il Ministero della Giustizia, con una nota protocollata, sollecitava il Comune di Messina a formulare una proposta per l’immediato utilizzo dei fondi per l’edilizia giudiziaria, già predisposti con finanziamento iniziale di 17.921.052,00 euro. Lo stesso Ministero precisava che il finanziamento sarebbe stato revocato trascorso il termine assegnato per l’indicata destinazione della somma. La Commissione Manutenzione del Tribunale di Messina, nel c
orso della seduta del 16 marzo 2009, espresse parere favorevole all’acquisizione di un immobile già realizzato, incaricando il Comitato Tecnico di formulare una scheda con l’indicazione delle caratteristiche richieste. Tali caratteristiche erano: una superficie vasta tra 5000 e 8000 mq, essere collocata nel Comune di Messina e facilmente raggiungibile dai mezzi di trasporto pubblico; collocazione ideale sarebbe tra l’Annunziata e lo svincolo di Tremestieri. La Commissione Manutenzione diede, dunque, mandato al comitato tecnico per la predisposizione del bando per l’acquisizione “di uno o più fabbricati, ricadenti nello stesso lotto, da destinare a Uffici Giudiziari di Messina, già costruiti da adeguare da ristrutturare ovvero adattabili alle esigenze più avanti specificate”. Tra le ditte che parteciparono alla gara, l’offerta ritenuta più interessante fu quella proposta dal gruppo Gmc di via Bonino, cui fu aggiudicata la gara. A ciò seguì una serie di ricorsi, inoltrati dagli altri partecipanti, che, però, furono rigettati dal Tar. Fu così che l’11 dicembre 2009 il Comune di Messina sottoscrisse con il gruppo Gmc un compromesso contente le condizioni e le modalità di vendita. In sede di appello, però, il C.G.A. di Palermo ha accolto il ricorso degli altri partecipanti, suggerendo che il consiglio Comunale ratificasse l’operato della Giunta e un nuovo procedimento ritenendo illegittima l’aggiudicazione decisa dalla Giunta. Tutto fermo da allora nell’ambito dell’acquisizione di uno stabile in cui debba sorgere il nuovo Palazzo di Giustizia. Unica novità la revoca parziale di 5 milioni di euro dall’iniziale finanziamento. Per questo, Nello Pergolizzi, consigliere di Fli, chiede al commissario Croce di intraprende ogni incisiva iniziativa volta a scongiurare la perdita del finanziamento.
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