Il segretario generale Massimo Gangemi e l’assessore alla Finanze del Comune di Milazzo, Pippo Midili, sono stati ricevuti ieri in audizione alla Corte dei Conti di Palermo per fare il punto della situazione sul dissesto del Comune. La stessa Corte dei Conti aveva fissato, nei giorni scorsi, l’audizione per avere contezza delle procedure poste in essere dopo le due pronunce della Corte dei Conti che ha assegnato prima 60 giorni e poi 30 al Consiglio comunale per l’adozione delle misure correttive. Si è trattato della terza e ultima fase contemplata dalla legge 149/2011 che prevede che se di fronte all’accertamento da parte della Corte dei Conti degli estremi per la dichiarazione di dissesto il Comune non provvede ad adottare la conseguente delibera, la stessa Corte si vedrebbe costretta a nominare un prefetto per la nomina di un commissario che assegnerà al consiglio comunale un termine non superiore a venti giorni per adottare la delibera di dissesto, pena lo scioglimento dello stesso organo consiliare. Il segretario Gangemi ha riferito ai magistrati della Corte dei Conti l’estrema gravità della situazione economico-finanziaria dell’Ente fornendo tutti i dati che dimostrano le misure correttive adottate dal Consiglio Comunale e il fatto che queste non siano sufficienti ad evitare il dissesto. «L’ingente mole di debiti accumulati – ha proseguito Gangemi – è tale da non consentire al Comune di assicurare neppure l’espletamento dei servizi indispensabili con conseguenti problemi di ordine pubblico e di natura igienico-sanitaria. A questo si aggiunge l’ingente quantità di debiti fuori bilancio che ad oggi ammontano ad oltre 10 milioni di euro, senza considerare gli interessi, la rivalutazione monetaria e le spese». “ Il piano di risanamento messo in atto dall’amministrazione Pino – ha detto Midili – ha portato il Comune di Milazzo ad ottenere un avanzo di gestione di € 3.200.000,00. Chiaro segno di una amministrazione attenta ed oculata che ha tagliato gli sprechi del passato. Ciò nonostante, il chiaro avanzo di gestione è stato risucchiato dall’enorme mole di debiti e da una situazione di cassa a dir poco anomala oltre ai tagli operati nei trasferimenti della Regione e dello Stato».
(97)