Messina. Signorino ribatte: «De Luca mi definisce “mentitore” ma non smentisce le mie affermazioni»

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Messina. Prosegue l‘acceso dibattito, iniziato nei giorni scorsi, tra l’ex assessore al Bilancio della giunta Accorinti, Guido Signorino, e il sindaco Cateno De Luca. Oggetto del botta e risposta sono, principalmente, i conti dell’Amministrazione e in particolare le affermazioni fatte dal primo cittadino in merito alle società partecipate, ATM e AMAM su tutte, nel corso del comizio della scorsa domenica pomeriggio.

Pubblichiamo di seguito la risposta integrale di Guido Signorino alle ultime affermazioni del primo cittadino.

«De Luca mi definisce “mentitore”, ma “sul piano politico”. Infatti “sul piano pratico” non smentisce (ora come prima) una sola delle mie affermazioni. Avrebbe ovviamente ogni diritto di farlo, possibilmente con argomentazioni e toni di civiltà e correttezza; semplicemente, non lo fa.

Veniamo al referto della Corte dei Conti al consuntivo 2015 usato come post.

Premessa: i referti della Corte “ereditati” dall’Amministrazione Accorinti con riferimento ai bilanci precedenti al 2013, avevano toni di identica o più forte gravità. Accorinti però non ne fece occasione di dileggio o di volantinaggio contro i suoi predecessori, ma di attento esame per intervenire nelle più serie criticità dell’Ente. Con questo approccio serio e costruttivo l’Amministrazione Accorinti ha superato la violazione del patto di stabilità, la deficitarietà strutturale, i vincoli assunzionali, ha assorbito i deficit dei bilanci precedenti (2011-2013), ha recuperato il ritardo nella corresponsione dei contributi alle partecipate, restituito l’anticipazione straordinaria del Governo di 14 milioni del maggio 2013 (senza cui il Comune avrebbe versato in una irrimediabile crisi di liquidità), recuperato la tempistica dei pagamenti entro quanto concesso per legge. Risultati non scontati.

Le criticità segnalate dalla Corte fanno riferimento al consuntivo 2015 e al previsionale 2016 e sono in gran parte state affrontate. I disallineamenti contabili con le partecipate sono stati approfonditi con le aziende, giungendo ad atti di “parificazione” con ATM, predisponendoli con AMAM, chiarendo con atti transattivi le partite sospese con Messinambiente e ATO Messina 3; ciò ha sanato squilibri contabili ricevuti, e non generati, dall’Amministrazione Accorinti.

Sul parametro 6 il Collegio dei Revisori assunse una posizione non condivisa dall’Amministrazione. La questione è molto tecnica (l’Amministrazione, in linea con l’esperienza di altri Comuni, ritenne che il costo del personale delle partecipate dovesse essere escluso nel calcolo del parametro) ed è stata oggetto di relazioni e approfondimenti, inviati al Ministero dell’Interno e alla Corte dei Conti ancora nel maggio 2015. Il Ministero, nelle interlocuzioni di questi anni con il Comune, non ha mai dichiarato irricevibile il piano di riequilibrio per violazione del parametro 6. Certo non è motivo di falsità dei bilanci. Non a caso il Collegio dei Revisori, mantenendo la propria riserva, certificò il rispetto dei parametri già nel consuntivo 2013.

Quanto ai debiti fuori bilancio, la loro indicazione compiuta negli atti contabili è avvenuta proprio con Accorinti (Cassa Depositi e Prestiti ne fece oggetto di personale apprezzamento). Il loro riconoscimento necessita il finanziamento e il mancato compimento dell’iter del piano di riequilibrio crea problemi in merito. Ma i bilanci, ripetiamo, riportano in esplicito la loro consistenza. Il piano di razionalizzazione delle società partecipate è stato rivisto per la non coincidenza di obiettivi con il Consiglio Comunale (la legge aveva creato una incoerenza sanata dalla legge-Madia), mentre il sistema informativo è stato adeguato nel 2016, passando da un “pallottoliere elettronico” a un sistema informatico vero e proprio la cui implementazione consentirà il pieno dialogo con la contabilità delle partecipate.

Il personale di Feluca era personale a tempo indeterminato di una società che risultò essere controllata dal Comune e la Legge-D’Alia (ripresa anche dalla Madia in prima applicazione) consentì la mobilità di personale inter-partecipate; dopo lungo e attento esame l’Amministrazione applicò le disposizioni di legge, in presenza di esigenze di personale non altrimenti risolvibili da altre partecipate. Sulle risultanze del piano di riequilibrio, la stessa Corte dei Conti riconobbe che alcune valutazioni dei Revisori (“Minori trasferimenti ATM”) erano sbagliate, mentre l’esame complessivo delle misure effettuato sui riscontri di consuntivo mostra che nel 2014-17 il totale delle risorse realizzate ha superato di una decina di milioni le previsioni perché alcune misure (lotta all’evasione, vendita patrimonio, riduzione di spese per il personale, …) hanno “sovracompensato” le minori risorse prodotte da altri. Si aggiunga che, nel solo 2017, il debito del Comune si è sgonfiato di circa 80 milioni grazie al lavoro di governo della massa passiva posto in essere dall’Amministrazione.

Il fatto è che Roma non fu fatta in un giorno. Quando si ereditano condizioni di particolare complessità bisogna avere consapevolezza che si tratta di un lavoro lungo, faticoso e per molti aspetti nascosto: poco comprensibile e poco visibile. Ci fa piacere che De Luca voglia svolgerlo in pace; ci piace meno che pretenda di tacitare in malo modo chi interviene per chiarire e rettificare informazioni che reputa false o fuorvianti».

Guido Signorino

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