Nichi Vendola all’attacco: “Messina è stata offesa permanentemente dalla sua classe dirigente”. Al Giardino Corallo il leader di Sel, a sostegno di Giovanna Marano per la corsa alle regionali, ha sparato a zero in cerca del consenso della Sinistra “spaccata” tra l’ex sindacalista Fiom e Rosario Crocetta. E Vendola ne ha avute per tutti. Alla domanda su cosa è cambiato 14 anni dopo il Caso Messina, figlio dell’omicidio del professore Matteo Bottari, l’esponente nazionale ci ha detto: “Messina è una di quelle città dove vige l’opacità politica, è uno dei luoghi più martoriati dalla sua classe politica e dirigente, una città offesa dai disastri della politica e i disastri di oggi sono anche figli di quella stagione, dove le decisioni si prendevano nei sottoscala di Università e Policlinico”. Al Pd Vendola ha dichiarato di aver perso una grande occasione a non votare la Marano e a Susanna Camusso della Cgil di essere stata poco elegante a ufficializzare la sua scelta di campo. Vendola è intervenuto anche sullo scioglimento del Comune di Reggio Calabria ricordando come anche a Messina, durante il Caso, ci fu l’offesa di parte della borghesia come oggi a Reggio c’è una petizione di contestazione allo scioglimento. “Rivendico il copyright sul termine Verminaio – ha risposto il vertice di Sel – ma non mi riferivo ai cittadini messinesi ma a un sistema di potere, questa città è stata ostaggio della Destra (definita corrotta) ma anche il centrosinistra ha reso opache le proprie scelte, provate a rompere un varco”. Sul Ponte ha rivendicato le sue parole “Unirà due cosche e non due coste” sottolineando le querele a suo carico degli ex sindaci Buzzanca e Scopelliti. All’Udc di D’Alia Vendola ha chiesto un intervento chiaro contro il Cuffarismo e Lombardo è stato denominato l’evoluzione della specie cuffariana. Su Crocetta nuova offensiva: “ha fatto accordi con chi non rappresenta la verità, per questo la sua proposta politica è da bocciare”. Sul palco davanti a un migliaio di presenti anche Claudio Fava che si è detto molto dispiaciuto che a Palermo dei ragazzi abbiano bruciato i certificati elettorali: “ai giovani questa classe politica ha dato solo rassegnazione, dal Palazzo deve uscire l’Affare, ecco perché è nata Libera Sicilia”. Fava ha parlato di Ponte: “nessuno dei candidati, Crocetta, Musumeci, Micciché, adesso che il governo nazionale ha interrotto l’opera ha chiesto che i fondi vengano dirottati per strade, autostrade, ferrovie, solo noi lo abbiamo chiesto, ci sarà un motivo”. L’europarlamentare ne ha avuto pure per Francantonio Genovese del Pd: “l’ente di formazione professionale a lui collegato – ha dichiarato Fava – è stato il primo rinnovato dalla Regione, liberiamoci da questi “padrini” della politica che promettono precariato proprio adesso che siamo un passo dalle elezioni regionali”. Sul palco i candidati della lista provinciale con gli interventi aperti da Salvatore Chiofalo e Ninni Bruschetta.
@Acaffo
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