L’Assemblea regionale siciliana, dopo una lunga maratona in aula per l’approvazione della legge di stabilita’, ieri sera ha approvato appena 8 articoli su 48, tra divisioni, tensioni e centinaia di emendamenti piazzati come trappole che il governo ha provato a dribblare rischiando moltissimo in termini di tenuta. Dal taglio di 100 mln alle spese della sanita’ per beni e servizi, alle norme che decurtano lo stanziamento per i forestali e assestano un colpo di forbici alle poltrone del comparto sanitario, sino al blocco del salario accessorio per i dipendenti degli enti regionali: c’e’ tutto questo negli articoli varati. Ma restano aperte le questioni piu’ spinose come i trasferimenti ai Comuni.
Approvato l’articolo 1 della finanziaria, una norma tecnica che determina il saldo netto da impiegare per il 2014 in termini di competenza in 226 milioni di euro e l’ammontare complessivo del fondo di riserva in 330 milioni di euro. Approvato l’articolo 2, che autorizza operazioni finanziare in favore degli enti locali per 90 milioni. Approvato l’articolo 5, riduce dal 20 al 13% le royalties corrisposte dalle compagnie petrolifere; l’articolo 7, che ha aggiunto uno stanziamento di 20 milioni al precedente budget di 50 milioni per le Province in via di soppressione. Via libera anche all’articolo 9 che sopprime le cariche di coordinatore sanitario e amministrativo – 58 poltrone piazzate nelle Aps – e destina le somme a questi assegnate ad attivita’ sportive o per disabili. Passa l’articolo 10 che stabilisce che alla Seus (societa’ Sicilia emergenza urgenza sanitaria) possano essere assegnati servizi ausiliari secondari ma con divieti di nuove assunzioni. Ok anche all’articolo 8 della finanziaria, prevede una riduzione della spesa sanitaria destinata a beni e servizi di 100 milioni, “senza alterare il livello della qualita’ dei servizi.
Bloccato il salario accessorio per tre anni ai dipendenti degli enti della Regione, dalle Camere di commercio, al consozio autostrade: non potranno percepire una quota superiore al 15 di quello corrisposto ai regionali fino al 2016. Cambio di rotta per i 15 mila forestali siciliani con l’approvazione dell’articolo 12 della finanziaria regionale. Secondo la norma riscritta, il personale sara’ impiegato nelle zone limitrofe ai comuni di residenza e non avra’ piu’ diritto al pagamento di trasferte, come fino ad oggi, e “qualora le amministrazioni non provvedano con mezzi propri al trasporto dei dipendenti nei cantieri di lavoro, il rimborso chilometrico non potra’ superare la distanza di 15 km”. L’opposizione aveva chiesto una legge organica per regolare il settore. Tramite un ‘apposita convenzione stipulata tra Corpo forestale della Regione siciliana e Dipartimento regionale Foreste demaniali saranno stabilite le modalita’ di fusione tra le due strutture e le competenze dei lavoratori. L’elenco dei lavoratori sara’ pubblicato sul sito web della Regione siciliana. Per il comparto e’ confermato lo stanziamento in bilancio di 180 milioni di euro, drasticamente ridotto rispetto allo scorso anno (240 mln) ma il governo ha preventivato di attingere ai fondi europei rimpinguando il capitolo con 50 mln di euro, quest’ultima voce pero’, non essendo in bilancio, non e’ presente nell’attuale stesura della norma che si estende anche agli ex dipendenti dell’Esa e a quelli dei consorzi di bonifica. Mantenuto il turn-over e aboliti limiti di eta’ per la fuoriuscita dal comparto degli antincendio. Accolta la proposta per rendere produttivi i boschi attraverso la vendita della legna ai fini della produzione energetica, nell’ambito del Patto dei sindaci sull’Energia.
La seduta all’Ars è ripresa questa mattina. Con molte incognite.
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