A seguito del dibattito di ieri, durante il quale Reset ha illustrato una proposta alternativa all’utilizzo dei 300 milioni di euro destinati alle opere connesse alla costruzione del Ponte sullo Stretto, è emerso come il tema abbia due risvolti distinti: uno di carattere politico e uno di carattere tecnico. «La classe politica attuale ha confermato l’incapacità di curare gli interessi e dare risposta alle necessità drammatiche di un territorio che paga a caro prezzo l’attesa del Ponte sullo Stretto» sottolinea Reset, che spiega: «I fondi, secondo quanto previsto dal dl n. 187 del 2/11/2012, non sarebbero destinati a opere che consentano alla città di programmare uno sviluppo alternativo, indipendentemente dalla costruzione del Ponte, ma alla realizzazione di un tratto di autostrada che colleghi Torrefaro con l’Annunziata. Oltre 10 km che, evitando valutazioni circa l’impatto ambientale devastante dell’opera, risolveranno il problema del collegamento interno della città, ma non ne cambieranno sicuramente il volto». Reset chiede dunque «a tutta la deputazione nazionale, e regionale, al Presidente Crocetta e ai rappresentanti locali dei partiti, dei movimenti, dei sindacati e delle associazioni, oltre che alla società civile, di chiedere al governo che i fondi vengano utilizzati per realizzare prima della costruzione del Ponte lo spostamento della stazione ferroviaria a Gazzi, così come previsto dal documento approvato dal consiglio comunale nel gennaio 2010. 2,7 km di affaccio a mare liberati che darebbero, finalmente, alla città una prospettiva alternativa di sviluppo».
Dal dibattito sono venute fuori anche alcune osservazioni circa le difficoltà tecniche della realizzazione dell’invasatura portuale a Gazzi che hanno fatto tornare attuale la proposta della commissione Ponte, bocciata dal consiglio comunale, che nel 2010 prevedeva lo spostamento della nuova stazione ferroviaria e marittima a Contesse nell’area della “piccola velocità”, là dove il numero di binari e la disponibilità di aree a terra potrebbero consentire, secondo Reset, la realizzazione di un porto-canale che ridurrebbe i costi e aumenterebbe la qualità del manufatto.
«Non è pensabile – conclude Reset − che solo perché vi sono, e vi saranno sempre, emergenze impellenti il tema della programmazione e pianificazione della terza città siciliana venga sempre ignorato. Non si tratta di discutere di Ponte sì, Ponte no ma di approfittare, per una volta della questione Ponte per trasformare la città, a prescindere dalla costruzione dello stesso. I temi della perequazione infrastrutturale e della continuità territoriale non possono e non devono restare belle parole, ma azioni concrete».
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