Sono 21 i componenti della giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera che nelle prossime settimane valuterà gli atti e deciderà se dare il via libera o meno alla richiesta di arresti, proposta dalla procura di Messina e accolta dal Gip De Marco, per il deputato nazionale del Pd Francantonio Genovese.
Dalla giunta si capirà quale maggioranza uscirà fuori sulla richiesta a carico di Genovese prima del passaggio finale alla Camera.
Dieci di loro sono del partito democratico. Non ci sono parlamentari messinesi tra i componenti della giunta. Il presidente è Ignazio La Russa di Fratelli d’Italia, vicepresidenti Antonio Leone del Nuovo Centrodestra e Danilo Leva del Pd. I segretari: Marco Di Lello del gruppo misto e Davide Zoggia del Pd. Gli altri membri sono Sofia Amoddio del Pd, Matteo Bragantini della Lega Nord e Autonomie, Paola Carinelli e Vincenzo Caso del movimento Cinquestelle, Giovanni Gianfranco Chiarelli di Forza Italia, David Ermini del Pd, Daniele Farina di Sel, Giampiero Giulietti del Pd, Leonardo Impegno del Pd, Giulia Grillo dei Cinquestelle, Maino Marchi del Pd, Mariano Rabino di Scelta Civica, Anna Rossomando del Pd, Gea Schirò del gruppo Per l’Italia, Franco Vazio del Pd, Walter Verini del Pd. A livello nazionale solo i Cinquestelle, con l’intervento in aula del messinese Francesco D’Uva, si sono già pronunciati per gli arresti di Genovese. A livello locale sono sulla stessa lunghezza d’onda i dirigenti di Sel. Il Pd nazionale non ha espresso una posizione ufficiale in attesa della verifica degli atti.
A seguito della riforma dell’articolo 68 della Costituzione, approvata nel 1993, la Magistratura non deve più chiedere l’autorizzazione della Camera prima di svolgere indagini su un deputato, ma solo nel caso in cui debba procedere al suo arresto o ad altre limitazioni della libertà personale; in questi casi la Giunta valuta le richieste del magistrato e riferisce all’Assemblea. La Giunta è competente alla concessione della autorizzazione richiesta per sottoporre a procedimento penale i ministri per reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, sempre che i ministri siano deputati. Se infatti il ministro non è parlamentare o è senatore, la competenza spetta al Senato. Sulle proposte della Giunta è poi chiamata a deliberare l’Assemblea. @Acaffo
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