I perché dei dipendenti dell’ex Fiera. A D’Amore: “Perché questo tardivo interesse per le sorti dell’Ente?” Alla Regione: “Perché la discriminazione tra Fiera di Messina e Fiera di Palermo?”

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fieraIeri i dipendenti dell’Ente Fiera, che non percepiscono gli stipendi da 11 mesi, sono stati ricevuti in Prefettura dal Capo di Gabinetto, Filippo Romano, e dal Vicecapo, Matilde Mulè, delegati dal Prefetto, Stefano Trotta, ai quali hanno fatto presente la grave situazione gestionale e finanziaria che ha portato la Regione Siciliana a deliberare lo scioglimento dell’Ente Autonomo Fiera di Messina, con una delibera del 21 giugno 2012, inserita sul sito della Regione Siciliana l’8 novembre 2012, quindi con quasi cinque mesi di ritardo. I referenti hanno dato ampie rassicurazioni ai lavoratori sull’impegno della Prefettura al fine di attivare l’interesse della Regione per una positiva risoluzione della loro vertenza. I lavoratori vogliono, tuttavia, manifestare il loro stato di disagio «non solo economico ma anche esistenziale visto che – dichiarano − hanno subito in prima persona le conseguenze del disinteresse, della superficialità e dell’abbandono da parte di tutte le istituzioni compresi Comune e Provincia, Soci Fondatori dell’Ente». «Cosa ancora più grave – continuano i lavoratori − la presa di distanza della Regione Sicilia (a cui compete tramite l’assessorato alle attività produttive la vigilanza dell’Ente) manifestatasi durante la scorsa legislatura con l’esclusione della Fiera di Messina e dei suoi dipendenti da tutti gli atti e/o provvedimenti, determinandone di fatto la chiusura, nonostante i quattro anni di commissariamento D’Amore». Nella lettera che i dipendenti scrivono si legge: «Apprendiamo dalla stampa che D’Amore, per la decima volta nominato Commissario Straordinario dell’Ente, ha ritenuto di dover “rimettere il mandato nelle mani del neo Presidente Rosario Crocetta”, augurandosi che lo stesso possa attivarsi per la salvaguardia dei posti di lavoro. D’Amore si è attivato per tale richiesta solo ora con il nuovo presidente della Regione e ha ringraziato il presidente Lombardo per la fiducia. Ma su quali risultati si è basata la fiducia ripostagli per ben dieci volte, visto che la Giunta Regionale ha deliberato lo scioglimento dell’Ente, su proposta dell’Assessore Venturi, e in considerazione delle gravi carenze finanziarie e logistiche esposte dal Commissario D’Amore nella sua relazione prot. n°182 del 25 gennaio 2012? Non trova alcuna giustificazione la gravissima discriminazione subita dalla Fiera di Messina e dal suo personale (13 unità) rispetto alla Fiera del Mediterraneo di Palermo (che ha goduto di finanziamenti milionari che hanno garantito al personale di percepire lo stipendio e il passaggio, con relativa copertura finanziaria, alla Resais). Non si capisce nemmeno perché l’assessorato alle Attività Produttive, nonostante fosse in possesso di una relazione non positiva che poteva soltanto portare alle conseguenze deliberate in data 21 giugno 2012, ha continuato a dare incarichi a D’Amore come Commissario, anziché avviare per la Fiera di Messina lo stesso percorso fatto dalla Fiera del Mediterraneo di Palermo. Perché non si è resa pubblica da subito la delibera n. 210 del 21 giugno 2012 e si è continuato a fare ancora nomine a D’Amore? Forse per l’ennesimo atto di un accanimento terapeutico, tant’è vero che si è proclamato di dover fare la 73^ Campionaria per mantenere la continuità di una tradizione durata 70 anni, con i risultati sotto gli occhi di tutti e soprattutto con la promessa del pagamento degli emolumenti ai dipendenti che ancora attendono. A voi le deduzioni».

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