Se non è una candidatura è di sicuro un’autocandidatura a sindaco. Nel silenzio dei vertici del Pd, senza una conferenza stampa di presentazione, il segretario cittadino del Partito democratico, Giuseppe Grioli, che è pure Consigliere provinciale, è uno dei candidati a Palazzo Zanca e va ad aggiungersi alla lista di quelli ufficiali, ufficiosi e probabili di cui si è parlato nelle scorse settimane e nei mesi passati. Grioli lo fa sapere su facebook creando un gruppo che, in un’ora circa, ha raccolto 120 iscritti. Chissà quanti per curiosità o per vicinanza sincera all’esponente del Pd. Presenta la sua candidatura a sindaco citando una riflessione di Lucio D’Amico apparsa sulla Gazzetta del Sud: «Sono convinto che il giudizio amaro e duro rivolto alla classe politica messinese debba sortire una reazione da parte di coloro che ancora hanno voglia di spendersi con generosità per la propria città. Messina ha una storia prestigiosa fatta di eccellenze, ricchezza, solidarietà e coraggio. Una storia che ormai sembra aver lasciato spazio alla memoria di un passato recente fatto di fallimenti, marginalità, degrado, egoismo e insipienza. Abbiamo perso quel prestigio che faceva di Messina la capitale della cultura siciliana, la città-giardino che tutti ammiravano per la sua bellezza, per i suoi profumi, per il suo porto e per la sua fiorente attività commerciale e artigianale». Questo il commento di Grioli che pare una sfida al leader Francantonio Genovese che impegnato nelle trattative per il governo Crocetta forse non si attendeva l’uscita del giovane consigliere provinciale. Ancora Grioli dice: «L’alternativa sarebbe sempre un cambiamento di testimonianza a vocazione minoritaria che ha nel suo DNA la dimensione ideale che non si misura con la realtà. Io credo ancora nella possibilità di dare un futuro alla nostra città: oggi si avverte un fermento che ci spinge a dare forza a quelle rotture di sistema che sono necessarie. Una nuova classe dirigente si deve fare avanti per governare una città in coma e con un quadro clinico gravemente compromesso. Nuova classe dirigente non significa necessariamente giovane classe dirigente. Nuova significa: uomini e donne che hanno in testa un diverso metodo di governo e un ossessivo bisogno di ridare prestigio, sviluppo e dignità a Messina. Credo che possiamo ambire a un nuovo corso. Ce la faremo». Grioli, a sorpresa, si autocandida e spera nel sostegno degli utenti di Facebook. Nelle segrete stanze del Pd si sussurra che i vertici del partito non lo vedono più di buon occhio e preferiscono a lui il capogruppo al Comune Felice Calabrò, se mai il dissesto economico non frenerà le elezioni di primavera a Palazzo Zanca. Grioli, intanto, “mette le mani avanti”. Il coraggio non gli manca di certo.
@Acaffo
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