Gianfranco Micciché torna a Messina, alla sala Visconti, e tira fuori il suo sondaggio. “Sono”nato” in questi meccanisti – ha detto il candidato presidente di Grande Sud, Mpa-Pds e Fli – i sondaggi letti negli ultimi giorni mi fanno ridere, non sono falsi ma non li sanno fare”. Questi i dati reali secondo l’ex sottosegretario che ha parlato in una sala con larghi spazi vuoti: Micciché, con 4 liste in appoggio, si dice l’unico a superare il 30% dei voti siciliani, Nello Musumeci non raggiungerà il 25% mentre Rosario Crocetta si attesterà tra il 27 e il 28%. “Quando dicono che il Mpa è tra l’8 e il 10% mi fanno ridere – continua Micciché – solo su Catania Lombardo ha il 5% dei voti dell’Isola, pensate che restano fuori Palermo e Messina e fatevi due conti, ci vedremo il 29 notte vincitori, siamo i favoriti anche perché nessuno ha un programma come il nostro e lo spiego adesso perché gli altri ormai non possono farlo. L’avrebbero fatto ma adesso mancano pochi giorni alle elezioni e non possono”. La riforma di Micciché si fonda sul disegno di legge per eliminare la burocrazia regionale. Il 15 gennaio prossimo l’Unione Europea solleciterà la Sicilia a “tagliare” i primi 2.500 dipendenti pubblici che nei prossimi mesi dovranno salire a 10mila con “taglio” anche degli stipendi e del 10% delle spese delle gare d’appalto già vinte dalle imprese. “Io dirò no a Roma e Bruxelles – ha risposto Micciché – c’è una sistema burocratico di autorizzazioni che blocca tutto, anche poter realizzare in breve tempo una finestrella, Foppapedretti non mi parla più perché voleva investire in Sicilia parecchi milioni di euro e lo hanno fatto scappare, solo sbloccando i ritardi delle Sovrintendenze riusciremo a far salire il Pil siciliano del 3%”. Secondo l’esponente di Grande Sud la sua legge eliminerà le autorizzazioni per creare un sistema ex post: ovvero prima si fanno le cose e la Regione controlla che siano state fatte secondo la legge. “Se sarò eletto presidente – ha proseguito Micciché – dirò no all’Unione Europea sul pareggio di bilancio entro il 2013, dobbiamo invece far crescere l’economia siciliana ed entro 4-5 anni rientreremo dal debito altrimenti non ci saranno speranze per la nostra terra”. Il deputato nazionale Francesco Stagno d’Alcontres ha presentato gli undici candidati di Grande Sud nella lista provinciale. “La mia faccia non sarà votata – ha dichiarato D’Alcontres – tutti i nostri candidati, invece, non sono uscenti, abbiamo fatto come la Lega Nord, serve il ricambio”. Sabato pomeriggio, invece, nonostante la pioggia battente ha gremito la Fiera Giovanni Ardizzone dell’Udc insieme al segretario regionale Gianpiero D’Alia. In molti hanno detto che Ardizzone ha superato da solo in Fiera i numeri che avevano partecipato all’incontro di Nello Musumeci e Giuseppe Buzzanca. Ardizzone ha fatto il punto sui conti economici della Regione contestando aspramente il governo Lombardo. D’Alia ha voluto lanciare un messaggio ai numeri dell’antipolitica: come dire che il suo “zoccolo duro”, a Messina, non l’ha mollato.
@Acaffo
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