Avevate già immaginato tavoli da gioco nel salone delle Bandiere, slot machine posizionate lungo i corridoi e tornei di poker nell’aula del Consiglio Comunale? Cancellate pure questa immagine dalla vostra mente perché il Casinò a Palazzo Zanca non si farà. Cateno De Luca ha chiarito che la più chiacchierata delle sue proposte, è, in realtà, soltanto una provocazione finalizzata a far riflettere sull’importanza di valorizzare il patrimonio di Messina per incrementare il turismo.
«Sul punto è necessario un chiarimento, per evitare ulteriori strumentalizzazioni e furberie da parte dei nostri avversari – ha spiegato De Luca durante il suo comizio a Piazza Duomo. Quella del casinò è, ovviamente, una provocazione. Questa città ha il dovere di attrarre le ingenti risorse economiche che le possono derivare dalle presenze turistiche. E non soltanto quelle dei croceristi. Per farlo in tempi brevi e con il massimo vantaggio deve sfruttare al meglio ciò che ha. Siamo davvero convinti che non ci sia posto migliore di Palazzo Zanca per fare certificati e carte di identità? Qualcuno pensa che sia il posto migliore per lavorare o per trovare parcheggio?».
La vera idea di Cateno De Luca è, quindi, quella di trasformare Palazzo Zanca da un insieme di uffici ad un luogo di cultura, che possa suscitare l’interesse dei turisti giunti a Messina.
«La “provocazione”, l’idea, la proposta del casinò significa soprattutto questo: trasferiamo gli uffici da Palazzo Zanca ed utilizziamo quel sito per finalità turistiche e culturali! Cosa c’è di sbagliato, di strano o – come dice qualcuno – di offensivo? Io credo che sia molto più offensivo continuare a sprecare le potenzialità e le risorse che Messina già possiede: vale per l’area falcata e vale altrettanto per Palazzo Zanca».
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