Panorama ne aveva parlato ampiamente in un’inchiesta, e anche Reset ne aveva già discusso in un incontro al Giardino Corallo. Ora un nuovo scandalo degli Enti di Formazione in Sicilia coinvolge la politica messinese e riaffiora il vecchio tema dei clientelismi che si alimentano al fuoco degli ingenti fondi destinati alla formazione e utilizzati troppo spesso ― a detta di Reset ― per accrescere un malcostume che si è strutturato nella società tanto da assumere i contorni della normalità. Una “normalità” malata, potremmo aggiungere. «Oggi lo scandalo riguarda la gestione della formazione da parte di esponenti del Pdl, ma come abbiamo già avuto modo di chiarire mesi fa, in Sicilia questo è un malcostume bipartisan ― dicono da Reset. Sorprende quindi che solo adesso che alla ribalta c’è il Pdl, alcune frange del Pd cittadino si scaglino contro il modo di gestire il mondo della formazione. La Formazione è motivo di sviluppo e arricchimento e non può essere utilizzato come strumento per accaparrarsi il consenso elettorale. L’unico obiettivo della formazione dev’essere ― continuano ― quello di costruire e favorire una reale professionalità da investire per lo sviluppo del territorio. Il modo in cui questi soldi vengono gestiti in Sicilia è inaccettabile sia che questo avvenga secondo legge, sia nei casi in cui la truffa venga accertata! Il risultato di questa gestione folle delle risorse pubbliche non crea di fatto sviluppo e occupazione anzi genera nuovi precari “appesi” al politicante di turno che ha tutto l’interesse a gestire il bisogno delle persone “costrette” a frequentare i corsi».
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