Il direttore dell’Agenzia delle Entrate di Messina Margherita Sanfilippo non può restare al suo posto: lo hanno stabilito quattro sentenze del giudice del Lavoro, ma nonostante questo è ancora lì e non è stata rimossa. La vicenda ha inizio già nel 2010 quando Nicolò Xerra, capo ufficio legale dell’Agenzia delle entrate di Messina, aspirando al posto di direttore, aveva presentato un ricorso dopo aver notato che l’incarico era stato assegnato senza una procedura concorsuale. Il Tribunale del Lavoro gli aveva dato ragione. L’Agenzia delle Entrate aveva fatto appello, ma fu rigettato. Per il posto, poi, ci fu una selezione, ma con un pre requisito, che secondo Xerra favoriva di nuovo la Sanfilippo, che infatti vinse un’altra volta. A questo punto il dirigente presentò un secondo ricorso al Tribunale del Lavoro, che gli diede ragione. Il successivo reclamo dell’Agenzia delle Entrate, anche questa volta, non andò a buon fine. Nell’ultima ordinanza del Giudice del Lavoro, del 9 luglio scorso, si legge: “In conclusione, il Collegio, condividendo quanto sostenuto dal Giudice di prime cure, rileva l’evidente scostamento nel modus agendi dell’Amministrazione reclamante rispetto ai criteri di scelta di cui essa si era auto vincolata nell’avviso pubblico e ritiene pertanto configurata una grave violazione dei canoni di buona fede e correttezza prima ancora che di legge nella procedura di conferimento dell’incarico dirigenziale della direzione provinciale di Messina dell’agenzia delle Entrate. Tali violazioni non possono che condurre alla conferma dell’ordinanza impugnata e di conseguenza a ritenere priva di effetto la nomina della dott.ssa Margherita Sanfilippo”. Dopo la sentenza però la dirigenza nazionale e quella regionale dell’agenzia delle Entrate non sono intervenute e la Sanfilippo è ancora lì, nonostante le sentenze dicano che la procedura di nomina sia illegittima. Sulla questione sono intervenuti anche i sindacati, Giovanni Inglese responsabile nazionale Dirpubblica Agenzie fiscali ha sottolineato: “Non conosco il fatto nei particolari, ma questo problema delle nomine dirigenziali è comune in tutta Italia”. E poi ha rimarcato: “Come sindacato abbiamo vinto un ricorso al Tar del Lazio dove chiedevamo che questi incarichi fossero attribuiti attraverso concorsi, dove siano esplicitati determinati requisiti e non si vada avanti con reggenze per anni, per finte urgenze che non esistono”. “L’agenzia delle Entrate però sembra non essere d’accordo – prosegue – e ha fatto anche Appello al Consiglio di Stato. Noi speriamo che prevalga il buon senso e che si capisca che sono necessari i concorsi”.
Gianluca Rossellini
(138)