Oggi si è tenuta, nell’Aula ex Mineralogia dell’Università di Messina, l’Assemblea di Ateneo nell’ambito della “Settimana nazionale di dibattito e mobilitazione” per discutere gli interventi necessari alla salvaguardia e al rilancio dell’Università pubblica. L’Assemblea è stata promossa dalle Organizzazioni e Associazioni universitarie: Andu, Comitato Nazionale No.Proroga.Rettori, Conpass, Flc-Cgil, Rete29Aprile. L’Università di Messina, assieme agli altri Atenei, ha visto drammaticamente aggravarsi la propria condizione, a seguito di una serie di provvedimenti, da ultimo quello sulla Spending Review, che si è tradotta nei soliti tagli. La Legge 240/2010 ha introdotto statuti che hanno visto il ridursi degli spazi democratici e di partecipazione, poiché gestiti da Rettori che nonostante il mandato in scadenza sono rimasti ai loro posti grazie a una serie di proroghe che glielo hanno permesso. Si è giunti, così, alla paralisi amministrativa e gestionale per la mancata nomina del Direttore Generale e dei Segretari di Dipartimento. Inoltre, l’Assemblea disapprova le scelte operate dal Consiglio di Amministrazione dell’Università di Catania, riguardanti le linee guida comportamentali del Consiglio di disciplina, che si aggiungono alle contestate scelte sull’uso degli spazi dell’Ateneo. Il dibattito si è poi particolarmente soffermato sulla questione della realizzazione della Fondazione Università di Messina, deliberata di recente dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione. Su questo tema è stato espresso il forte convincimento che attraverso la realizzazione della Fondazione si possa giungere alla privatizzazione dell’Università, dal momento che ingenti risorse e beni pubblici verrebbero, da quest’ultima, gestiti attraverso operazioni a carattere privatistico, previsti dal Codice Civile e senza alcuna trasparenza nei processi decisionali. L’aggravante consiste nella scelta del Rettore di portare avanti questo procedimento tenendo all’oscuro gli studenti, la Comunità Accademica e il personale tecnico-amministrativo. Forte preoccupazione è stata espressa per le possibili ricadute occupazionali che seguono la decisione di dare forma alla Fondazione. Le organizzazioni promotrici dell’evento si chiedono se sia legittimo che una questione così delicata possa essere discussa e decisa da organi (Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione e Rettore) sulla cui permanenza in carica, dicono, si ritiene sussistano forti dubbi. L’assemblea si riserva di approfondire la questione e intanto chiede la sospensione della delibera di costituzione della fondazione e che siano resi pubblici gli atti istitutivi della stessa, deliberati dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione. Tra le richieste vi è anche quella di un confronto pubblico con il Rettore che ha il dovere, secondo le Associazioni, di chiarire le sue posizioni all’intera comunità accademica.
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