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Arresti TirrenoAmbiente. Foti: “Applicare sanzioni alla società”

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L’operazione “Riciclo” della Guardia di Finanza nei giorni scorsi ha portato all’arresto del sindaco di Mazzarrà S.Andrea Salvatore Bucolo e di Lorenzo Piccioni ex senatore di Forza Italia tra il 2008 e il 2013 ed ex amministratore delegato della TirrenoAmbiente, nonchè ex membro della commissione parlamentare sulle Ecomafie. In manette anche Giuseppino Innocenti, 62 anni e Giuseppe Antonioli, 54 anni, entrambi ex amministratori delegati della Società che gestisce la locale discarica. Innocenti e Bucolo sono finiti in carcere mentre Antonioli e Piccioni agli arresti domiciliari. Per i quattro l’accusa è di peculato e corruzione.

Le indagini hanno riguardato le dubbie transazioni di denaro tra amministrazione comunale e TirrenoAmbiente derivanti da un grosso debito che la Società  aveva nei confronti del Comune per non aver pagato le indennità d’impatto ambientale che il sito di stoccaggio comportava per i residenti (il cosiddetto equo indennizzo). Le somme, circa 2 milioni e 800mila euro, erano rimaste, illecitamente, alla TirrenoAmbiente, che quindi ne poteva disporre liberamente.

E sulla vicenda interviene adesso  il sindaco di Furnari Mario Foti attraverso un comunicato stampa. Foti esprime soddisfazione per il lavoro condotto dagli uomini delle Fiamme Gialle che ha permesso di svelare attività illecite che lo stesso primo cittadino aveva più volte denunciato. “In oltre un decennio di attività -spiega il sindaco di Furnari –  una gestione societaria avvenuta fuori da ogni regola e dal pubblico controllo, ha gravemente compromesso l’ambiente e le matrici primarie e naturali di acqua, aria, suolo e sottosuolo. Alla luce delle risultanze investigative e delle gravi violazioni accertate – continua –  si chiede che l’ Assessorato Regionale al Territorio ed Ambiente  applichi finalmente in danno alla  società mista TirrenoAmbiente quelle sanzioni da tempo richieste dal Dipartimento Regionale alle Acque e dei Rifiuti, nonché proceda alla riscossione delle fideiussioni bancarie attivate e non ancora riscosse”.

“In ogni caso – conclude Foti –  si chiede una ispezione sull’autorità regionale competente ed un intervento sostitutivo del Ministero dell’Ambiente anche in raccordo col Ministero dell’Interno”.

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