“I nodi della malapolitica vengono al pettine ed a pagarne le spese sono sempre i soliti. Inaccettabili i primi provvedimenti di riduzione della spesa, posti in essere dal Commissario del Comune di Messina”. A prendere una posizione netta, dopo l’annuncio della chiusura di Casa Serena, è il sindacato Or.SA, secondo il quale siamo solo all’inizio di una fase di forte conflittualità sociale. “Non è infatti condivisibile nè plausibile far pagare la crisi del Comune ai più deboli – continua il sindacato – Si vuole, a parole, mettere in atto un piano per evitare il default – denuncia l’Or.SA – ma sembra chiaro che tutti i principali interventi di rientro saranno pagati comunque con sacrifici dei comuni cittadini e di tutti quei lavoratori precari e contrattisti che godono di minori garanzie e a questo punto ci viene il sospetto che si voglia evitare di certificare il dissesto unicamente per tutelare la ricandidabilità di quella classe politica che ha le maggiori colpe della crisi del comune di Messina.”
A livello nazionale, come sul territorio vanno di moda i governi tecnici e i commissariamenti, il potere passa dalla politica sciupona al cinismo dei “tecnici”, che dietro la maschera della sobrietà e del bon-ton, celano sempre lo stesso obiettivo: superare la crisi e coprire gli sprechi solo a spese degli ultimi: degli anziani e dei lavoratori di casa serena; dei bambini che resteranno senza scuolabus e mensa scolastica; dei lavoratori ATM che hanno imparato a non mangiare per mesi; degli svantaggiati delle cooperative addette alla scerbatura a cui è stato negato anche l’umiliante salario di 400 euro al mese; delle guardie giurate e gli addetti alla mensa del policlinico, decimati dal direttore Pecoraro che oltre ai tagli sul costo del lavoro e sulla qualità del servizio da fornire ai degenti non sembra conoscere altro modo per far quadrare i bilanci.
Rischiamo di assistere ad una mattanza – continua l’Or.SA – operata da chi, non dovendosi misurare con l’elettorato, opera scelte che rischiano di azzerare lo stato sociale per superare la crisi, mentre i colpevoli, che siedono nelle poltrone a spese dei cittadini, tirano un sospiro di sollievo e brindano alla mancata dichiarazione del dissesto che li salva dall’onta della vergogna e li autorizza a ricandidarsi per organizzare futuri clientelismi e nepotismi con i soldi dei messinesi.
Il Commissario Croce vorrebbe evitare un dissesto che per i cittadini è compiuto, senza servizi sociali, senza trasporti, senza garanzie per il servizio di raccolta rifiuti, senza assistenza per i nostri anziani e per i nostri figli il dissesto è conclamato –
“Non permetteremo come sindacato – continua l’Or.SA – che azzerando tutti i diritti e licenziando migliaia di maestranze si ottenga unicamente il risultato di tutelare la casta politica a spese delle tasche e dello stato sociale dei cittadini messinesi.
Invitando i cittadini a spostare gli anziani in altre strutture, Croce rischia inconsapevolmente di diventare sponsor del privato di turno in sostituzione dei servizi pubblici , i servizi sociali come il monopolio dei trasporti, tutto in mano ai privati che oltre al potere economico gestiscono le dinamiche politiche della città.
Caronte&Tourist, Blu Ferries, Ustica Lines… sono solo alcuni esempi di privati che dopo il fallimento organizzato delle Ferrovie gestiscono, a loro piacimento, un servizio pubblico di primaria importanza.
Temiamo alla luce di queste prime iniziative – continua l’Or.SA – che finirà così anche con l’assistenza agli anziani, con la scuola, con il trasporto pubblico locale e con la sanità , evenienza che il debole tessuto sociale messinese non può certo tollerare e sopportare.
Oggi rischiamo di pagare anche le colpe di tutte quelle parti sociali – continua l’Or.SA – che hanno assunto in questi anni il ruolo di pompieri delle proteste, di quelle organizzazioni sindacali che pur di sedere nei tavoli delle trattative gestiti dal potere hanno firmato di tutto e autorizzato la macelleria sociale che oggi demagogicamente denunciano.
“Deve finire l’epoca dei clientelismi e delle cogestioni politico/sindacali – denuncia l’Or.SA – è giunto il momento che il sindacato riassuma la guida delle lotte, abbandoni i sontuosi palazzi del centro città e torni in piazza e sui luoghi di lavoro a lottare con i lavoratori piuttosto che organizzare passerelle autoreferenziali.
Come OrSA restiamo convinti che i sacrifici siano giustificabili solo se viene rispettato il principio di reale equità e che venga garantito lo stato sociale e le fasce più deboli. Le amministrazioni antipopolari non si giustificano né si tollerano, non è più possibile travestire da vittoria le cocenti sconfitte che escono dai tavoli delle trattative riservati all’elite sindacale. Non è più consentito coprire tutto con gli ammortizzatori sociali e dichiarare di aver salvato i lavoratori come alla Caronte&Tousist dove si annuncia un drastico ridimensionamento della forza lavoro e il sindacato prova a controllare la protesta sbandierando che i lavoratori saranno tutelati, al policlinico andranno a casa i settanta lavoratori della ristorazione e sempre lo stesso tipo di sindacalismo tranquillizza tutti annunciando la rassicurante cassa integrazione…
Temiamo – continua l’Or.SA che , una volta fatte le prove generali, la casta punti subito dopo all’obiettivo grosso, dopo Casa Serena sarà la volta dell’atm e poi chissà… mentre parte del sindacato, invece di lottare mira a mantenere i propri privilegi che assomigliano tanto a quelli della casta che dicono di voler combattere.
Siamo certi – continua l’Or.SA – che le risorse per salvare le casse comunali si possono reperire altrove, basta avere il coraggio di attaccare anche gli interessi , gli sprechi e le rendite dei ceti fino ad oggi tutelati dopo aver finito finalmente di massacrare chi già era sull’orlo della povertà e subito dopo occorre valorizzare le risorse del territorio e attrarre sviluppo salvando e creando occupazione. E’ giunto il momento di unire le lotte con un unico obiettivo e porre un argine compatto contro la politica dei tagli indiscriminati che farebbe di Messina un ricettacolo di disoccupati e un deserto produttivo-ed in questo senso l’OrSA sarà sempre in prima linea e al fianco di chi lotta per il bene comune di questa città.
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