“La lotta al tir selvaggio non è una guerra ideologica come a molti fa comodo definirla, è invece un principio di civiltà teso a migliorare la qualità di vita di una città stabilmente all’ultimo posto della graduatoria nazionale” – questa la posizione del sindacato ORSA dall’inizio a fianco del Sindaco di Messina in questa vertenza che non ha parti e controparti ma deve vedere al centro esclusivamente i diritti dei cittadini . E’ l’art 41 della Costituzione Italiana a sancire che “l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana , la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali” , pertanto se c’è una posizione ideologica in questa vicenda è quella dell’armatore privato che ne ha fatto una questione di principio, non essendo storicamente abituati ad incassare il NO della collettività e non intendono innescare un precedente adesso, costi quel che costi. “E’ uno scontro senza precedenti per la citta’ – dichiarano Mariano Massaro e Michele Barresi segretari del sindacato ORSA – non una guerra ideologica ma la rivalsa di una citta’ che vuole liberarsi dalla costrizione del potentato politico/economico sostenuto da troppi servilismi spesso infiltrati nelle associazioni, nelle poltrone istituzionali e persino nel sindacato. “Fare un passo indietro adesso sarebbe arrendersi all’arroganza- continua l’ORSA – confermare che la vita dei cittadini conta meno del profitto privato, si darebbe ragione alla sfrontatezza del presidente regionale degli autotrasportatori che in sede di consiglio comunale aperto non ha usato mezzi termini per derubricare Messina a via di transito per i mezzi pesanti, di giorno, di notte e in qualsiasi ora propizia a incrementare il profitto di armatori e padroncini, il parere dei messinesi per il Sig. Richichi resta trascurabile. Se fosse vero che il divieto di transito dei tir nelle vie cittadine in orari diurni comporta un calo di produzione tale da costringere il gruppo Franza a licenziare 150 lavoratori fra diretto e indotto, la storia dovrebbe raccontare di assunzioni di personale in corrispondenza all’orario estivo che prevede imbarchi e sbarchi di giorno, ma non c’è traccia di significativi incrementi dei livelli occupazionali nell’arco dell’anno, Caronte&Tourist ha sempre affrontato l’orario estivo più o meno con lo stesso personale impiegato in inverno, quando la Cartour effettua operazioni commerciali con i mezzi pesanti solo di notte; ciò dimostra, se ve ne fosse ancora bisogno, che l’annuncio di licenziamenti di conseguenza all’ordinanza comunale corrisponde al consumato ricatto occupazionale volto a tenere sotto scacco l’intera città, oltraggiando la dignità del lavoro retrocesso a merce di scambio. La precisazione è doverosa per togliere ogni alibi all’armatore privato ed a certo sindacalismo che usa i lavoratori come scudo per evitare di mettersi contro i poteri forti in opposizione al cambiamento.
Per tali motivi in questa vertenza restiamo al fianco del Sindaco auspicando che l’ordinanza sia solo l’inizio di una coraggiosa lotta per la dignità che in città non ha precedenti”.
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