“Non ci sto. Questa volta proprio non consentirò di spostare una questione seria, come la salvezza dell’Ospedale Piemonte, a una squallida querelle, anche perché la cittadinanza chiede sia risolta una volta per tutte senza sterili polemiche. Non permetto a nessuno di affermare che la Cisl e i suoi dirigenti sono una organizzazione violenta:
a dirlo è Tonino Genovese, segretario generale della Cisl Messina, che ribatte alle accuse di “premeditazione” e di “vile attacco” che il sindaco di Messina, Renato Accorinti, ha scagliato contro la Cisl dalle colonne di Gazzetta del Sud.
Dal sindacato ricordano che l’assemblea pubblica indetta e organizzata da Cisl e Uil ieri sera era rivolta a tutti: cittadini e lavoratori per difendere l’ospedale Piemonte. “E la città ha risposto con un vero sussulto di amore a difesa dei propri diritti sociali”, commenta Genovese.
La Cisl non ci sta a passare per chi ha organizzato un’assemblea cittadina con premeditazione. “Non sapevamo se il sindaco sarebbe venuto o meno – precisa Genovese – e quando è arrivato lo abbiamo accolto sul palco e gli abbiamo concesso la parola, rispettando la scaletta degli interventi programmati. I fischi, le contestazioni, le proteste sono casomai per il suo operato, per le sue mancate risposte. Ad Accorinti chiediamo da mesi di difendere l’Ospedale Piemonte, un diritto della città. Respingo quindi al mittente le illazioni contenute nelle parole del Sindaco ricordando, anzi, che varie volte durante il suo intervento ho invitato tutti alla calma ribadendo che il Sindaco è una parte che però deve fare la sua parte. Se questa è violenza…”.
E ancora, prosegue il segretario generale della Cisl Messina: “Il Sindaco sta condividendo la chiusura dell’Ospedale Piemonte e adesso non può stravolgere i fatti e tentare di passare per vittima. L’unica vittima in questa vicenda è l’ospedale Piemonte.
“A contestarlo è stata la sua città, sono stati i suoi cittadini – precisa Genovese – perché non ha dato loro risposte sulla chiusura dell’Ospedale. Anzi, è stato uno degli autori. Sul palco, ho chiesto, vero con forza, conto e ragione della lettera a sua firma, del 7 agosto. Non ha risposto, non ha voluto farlo, ignorando la legittima richiesta o non comprendendo il significato di quella lettera. È vero – riconosce Genovese – ho puntato il dito su quella lettera (per chiedere al Sindaco di compiere l’unico vero e solo atto dovuto: strapparla o almeno cambiarla perché, con la sua firma, si decreta la fine dell’Ospedale Piemonte. In cambio solo parole: io farò, io dirò, io… non chiuderò l’Ospedale Piemonte. Parole ma gli atti formali dicono altro. Abbiamo chiesto mesi fa la Conferenza dei Servizi, ma non basta. Chiedo, quindi, formalmente e pubblicamente come ha intenzione di evitare la devastazione dell’Ospedale Piemonte nei fatti e per iscritto, perché non ha strappato davanti a tutti quella lettera? Questo si, ci avrebbe convinto. Questo si, sarebbe stato un atto chiaro e possibile. Invece, niente di tutto ciò è successo. E certo questo non ha sedato gli animi.”.
Nella lettera Accorinti ritiene per il Piemonte “adeguato utilizzo e sviluppo con attività ambulatoriali e diagnostiche multidisciplinari, ma anche riabilitazione fisica, neurologica, cardiologica, respiratoria, con degenze dedicate solo per RSA…”.
“RSA – spiega Tonino Genovese – è l’acronimo di Residenza Sanitaria Assistita. Non è più un Ospedale e Accorinti ha dato il suo ok per questa trasformazione. Alla piazza, ai cittadini che ben conoscevano il contenuto di quella lettera, non ha saputo o voluto dare risposte. E nella stessa pagina del quotidiano in cui il Sindaco attacca la Cisl c’è anche la notizia che il Polo Materno Infantile sarà trasferito tutto al Papardo, come chiesto nella stessa lettera dal Sindaco. Quindi, perché la città non dovrebbe protestare per la perdita del suo Ospedale? O sono giuste solo le proteste e le manifestazioni di piazza pro Accorinti?”.
Ma Genovese e la Cisl non ci stanno a far spostare l’attenzione dalla questione vera. “Davanti l’Ospedale Piemonte – afferma il segretario generale – la cittadinanza sapeva esattamente chi stava difendendo i diritti dei cittadini, chi stava difendendo il diritto alla salute, chi stava dicendo la verità, chi invitava comunque alla calma e alla civiltà. Civiltà è assumersi le proprie responsabilità, noi solo questo chiediamo. Non esiste altra questione per la Cisl al di fuori dell’Ospedale Piemonte e i 121 posti letto che vanno salvati”.
“Non è accusando l’organizzazione che rappresento, me e il segretario della Cisl FP Calogero Emanuele, di violenza che risolverà la questione Piemonte – conclude Genovese – questa volta non ci stiamo alla colata di fango, al vittimismo usato – anzi abusato – per distogliere l’attenzione dal problema. Il popolo messinese ha diritto alla verità, ha diritto a essere difeso nel più alto valore di una persona: la dignità e la salute. La Cisl questo chiedeva “pacificamente” numerosa e insieme alla Uil ieri sera. Insieme ai tantissimi rappresentanti di associazioni e politici che hanno colto l’occasione per intervenire e che spero non lascino cadere nel vuoto le loro parole come hanno già fatto altre volte. Li invito ancora oggi a tenere fede agli impegni presi, quel dito resterà puntato sulla lettera sino a che non verrà cambiata e l’Ospedale Piemonte sarà definitivamente salvo”.
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