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Fallimento approdo Tremestieri. Orsa: «Destinare le risorse per realizzare il porto in zone più credibili»

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tremestieri dragaggioIl maltempo della scorsa settimana ha nuovamente acceso i riflettori sugli approdi di Tremestieri. Riflettori che, in verità, non si erano mai del tutto spenti. Si temeva il peggio e il peggio è stato: la diga protettiva non ha retto e alle prime consistenti mareggiate il porto si è nuovamente insabbiato.

Alla luce di quanto accaduto, l’Orsa scriva una lettera al sindaco e agli assessori Cucinotta e Cacciola: «La soluzione miracolosa, pagata con soldi pubblici, che doveva impedire l’insabbiamento dell’approdo di emergenza di Tremestieri, è mestamente fallita alla prima mareggiata dell’anno. Il semplice esordio invernale ha vanificato la “tolleranza zero” contro i tir, alla luce dei fatti si registra solo la tolleranza zero contro il traghettamento pubblico e il diritto alla mobilità nello Stretto, abilmente sfruttata da Catania che in tempi da record si è organizzata per intercettare l’attività produttiva snobbata da Messina».

«Gli eventi metereologici di routine – evidenzia la sigla sindacale – non bastano a giustificare una situazione che da anni si trascina con risvolti politici, economici e di gestione. Tremestieri è un progetto nato male, una eterna incompiuta. Un progetto – prosegue la nota dell’Orsa – che autorevoli tecnici del settore avevano giudicato improponibile in tempi non sospetti».

E ancora: «Non serve a nulla insistere nell’investire denaro pubblico per rendere efficiente un approdo situato nella località più infelice che si potesse immaginare, non è producente intestardirsi a concentrare risorse, che sarebbero utili ad altro, per tentare di rendere cavallo ciò che è nato mulo. La natura non si addomestica, la sabbia è insita nel fondale di Tremestieri e gli effetti meteo/marini che insistono in quella zona la rendono dinamica, nessuna barriera costruita dall’uomo renderà l’infrastruttura fruibile tutto l’anno, è un approdo di emergenza estivo incapace di ospitare navi di stazza superiore come le Cartour, sarete obbligati sine die a concedere deroghe a Caronte&Tourst per consentire lo sbarco dei tir al molo Norimberga, sarete costretti a mentire ai messinesi raccontando di una città libera dai tir pur coscienti che i mezzi nel centro storico ci saranno sempre e quelli che mancano non si sono spostati a Tremestieri ma hanno scelto vie alternative causando l’impoverimento dell’attività di traghettamento e la perdita di centinaia di posti di lavoro».

«Signor Sindaco, Spettabili Assessori – prosegue l’Orsa –, il coraggio del cambiamento non si dimostra auto-celebrando le gesta del passato, sarebbe veramente rivoluzionario conclamare il fallimento del progetto Tremestieri e favorire l’apertura di un’inchiesta sugli sprechi e la scarsa professionalità di chi ha progettato e realizzato l’approdo in quella zona e che oggi si appresta a utilizzare altri 80 milioni di denaro pubblico per completare una struttura che non risponde alle esigenze della città e torna economicamente utile solo alle imprese che costantemente effettuano il dragaggio del fondale».

Il sindacato chiede che le risorse ancora disponibili non vengano sprecate per cercare di mettere una toppa su un progetto impossibile e che l’Amministrazione abbia il coraggio, invece,  di «realizzare il porto in zone credibili: Villafranca Tirrena area ex Pirelli oppure l’area di Giammoro, tanto per citarne qualcuna».

Sarebbero state queste le soluzioni ideali – che Orsa e Comitato “La Nostra Città” avevano a suo tempo suggerito – «per liberare veramente Messina dalla servitù ai tir, per i collegamenti autostradali e per l’estensione delle superfici, oltre alla vicinanza con la Calabria e Gioia Tauro in particolare».

«Se ci si appiattisce su progetti falliti – conclude il sindacato – per timore di contrapporsi ai poteri forti di sempre si diventa come gli altri, si passa dalla mala gestione».

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