Dal 2009 4.000 edili rimasti a spasso

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lavoriincorso2Da una sintetica ma significativa radiografia risulta che il 2012 è stato, sicuramente, un anno difficile per il comparto edile della provincia di Messina e i lavoratori edili stanno portando sulle loro spalle il peso maggiore della crisi che ha fatto registrare un crollo degli appalti pubblici, con una flessione del 40% rispetto all’anno precedente”. L’allarme è delle Federazioni messinesi degli Edili, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Dai dati forniti dalla Cassa Edile di Messina risulta che dal 2008 al 2012 si sono persi 4000 posti di lavoro, ci sono 280 imprese in meno iscritte alla Cassa Edile, il monte salari denunciato è diminuito di 28 milioni di euro e il monte ore denunciato si è ridotto di 4000 milioni di ore.

“I pochi cantieri aperti – sottolineano Giuseppe De Vardo, Giuseppe Famiano e Biagio Oriti – chiudono giorno dopo giorno perché gli enti appaltanti non pagano lo stato di avanzamento lavori”.

Per dare risposte concrete ai tanti disoccupati le organizzazioni sindacali stanno mettendo in campo varie azioni:

– lanciare un Patto per il Lavoro in edilizia per il quale è già stata inoltrata richiesta di incontro alla Prefettura di Messina per aprire un tavolo di confronto con gli enti appaltanti al fine di fare una mappatura delle opere finanziate ed immediatamente cantierabili;

– richiesta di incontro con il commissario dell’Iacp di Messina per discutere del fermo dei lavori appaltati per la realizzazione del Parco Magnolia, di 40 e 65 alloggi a Bordonaro, di 40 Alloggi a  Minissale e di 44 alloggi a S. Lucia Sopra Contesse. Sono stati finanziati, ma sono ancora fermi anche i 40 interventi di recupero di alloggi Iacp che sono una boccata di ossigeno  per i lavoratori e per molte imprese locali;

– richiesta diincontro con la dirigenza Anas per constatare il fermo dei lavori per l’ammodernamento della SS. 117, S. Stefano Camastra-Gela, poiché il blocco dei lavori, oltre a  mortificare lo sviluppo economico del territorio  in  quanto  le  attività  produttive  sono penalizzate dalle carenti infrastrutture che rallentano la ripresa dell’economia, incide negativamente anche sull’occupazione.

Le organizzazioni sindacali chiedono alla classe politica provinciale e regionale la messa in sicurezza delle scuole, la riqualificazione e il recupero dei centri storici, la messa in sicurezza del territorio, la costruzione e gli interventi di recupero di alloggi popolari.

“Nel caso in cui non riusciremo a ottenere risposte chiare e precise – concludono i rappresentanti di Feneal, Filca e Fillea – saremo costretti ad alzare il tiro contro la classe politica portando i lavoratori a manifestare sotto i palazzi istituzionali”.

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