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“Alla ricerca del treno perduto”: la campagna della Fit Cisl fa tappa in città

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treno-perdutoFarà tappa domani in provincia di Messina il tour Alla ricerca del treno perduto, la campagna della Fit Cisl contro i disservizi del trasporto ferroviario nel corso della quale i rappresentanti della Cisl testimoniano e denunciano le gravi conseguenze dei tagli al settore proponendo soluzioni per un servizio che sia adeguato alle esigenze degli utenti. Domani alle 9.30 il camper del sindacato con a bordo i segretari regionali Fit Cisl Sicilia, Amedeo Benigno, e Fit Cisl Ferrovie, Mimmo Perrone, giungerà alla stazione di Messina dove saranno presenti anche il segretario generale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, il segretario generale della Cisl, Tonino Genovese, e il segretario provinciale della Fit Cisl, Enzo Testa, per poi spostarsi alle 13.00 a Milazzo, alle 13.30 a Barcellona, alle 14.30 a Patti, alle 15.00 a Capo D’Orlando e alle 15.30 a Sant’Agata di Militello.

Mercoledì 15 maggio sarà la volta della tappa di Catania, il camper sosterà alla stazione etnea dalle 9.30 alle 13.00 a Catania, per poi proseguire nel pomeriggio alla volta di Acireale, Giarre, Taormina e Letojanni.

Ritardi, soppressione di corse, treni vecchi che si guastano, stazioni quasi del tutto abbandonate, fra i principali disagi fino ad ora riscontrati dal camper partito lo scorso 29 aprile. Quello ferroviario, soprattutto a Messina, rappresenta un settore vitale per la mobilità cittadina ma non solo. Dallo Stretto, infatti, passa tutto il traffico a lunga percorrenza diretto al Nord e i passeggeri siciliani sono costretti a subire numerosi disagi dovuti alle carenze di collegamenti da e per il Continente. A questo bisogna aggiungere anche il settore navigazione dove Ferrovie dello Stato, con la controllata Bluvia, ha attuato negli anni una politica di disinvestimento che si è rivelata letale per i lavoratori e per i servizi agli utenti.

In Sicilia, evidenzia la Fit, circolano 432 treni al giorno, ma analizzando nel dettaglio è facile notare che la metà del servizio offerto riguarda l’hinterland palermitano. I restanti 200 treni che dovrebbero garantire i collegamenti nelle, e tra le altre 8 province siciliane, sono del tutto insufficienti,  su quasi tutte le tratte si riscontrano buchi anche di diverse ore tra un treno e l’altro. Molti treni che sulla carta dovrebbero collegare due capoluoghi come ad esempio Palermo e Messina, in realtà si fermano in stazioni intermedie costringendo i viaggiatori a dover cambiare due o più treni per raggiungere la destinazione finale, con un ulteriore aumento dei tempi di percorrenza che divengono non competitivi con qualsiasi altro mezzo di trasporto. Un disagio soprattutto per il traffico pendolare che così viene disincentivato causando gravi problemi alla mobilità cittadina di Messina e nei collegamenti con i paesi vicini. La linea Palermo-Messina comprende 57 treni di cui 38 coprono la relazione Palermo-Termini Imerese, solo 12 giungono a Messina, due giungono a S. Agata e 5 si fermano a Cefalù. 

«Sono zone in cui manca una vera e propria offerta commerciale — spiega Mimmo Perrone Segretario regionale Fit Cisl Ferrovie —, le zone interne sono poco collegate, e il servizio soffre della mancanza di materiale rotabile come ad esempio i treni minuetto e le carrozze in composizione alle locomotive (E-464) che migliorerebbero il servizio e abbrevierebbero i tempi di percorrenza». L’obiettivo del sindacato, è rivendicare «un sistema di trasporti moderno, efficiente ed equo con standard europei» e chiedere al governo regionale «la sottoscrizione del contratto di servizio con Trenitalia e una politica attraverso la quale una moderna rete ferroviaria deve essere sviluppata  in un sistema integrato di intermodalità, treno+bus, treno+aereo, treno+nave».

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